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COME QUELLA VECCHIA VOLPE DI CALDEROLI HA FREGATO LA MAGGIORANZA (da DiariodelWeb.it)

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Eccovi un estratto dall’intervista rilasciata dal senatore Roberto Calderoli a DiariodelWeb.it dove spiega il suo scherzo che ha fatto tremare la maggioranza ed ha portato il governo vicino alla caduta. Per l’intervista intera il Link è il seguente: DiariodelWeb.it

Senatore Roberto Calderoli, ci racconta dal suo punto di vista lo scherzetto che ha combinato giovedì?
Ho preso atto che in aula gli esponenti dell’opposizione erano tre volte quelli della maggioranza. Il governo, invece di chiedere subito la fiducia, ha fatto parlare il sottosegretario. Così, quando lui si è riseduto, ho chiesto che, da regolamento, non si procedesse all’esame degli articoli. Il che non equivale ad una sospensione, ma alla morte definitiva del provvedimento. Inoltre, all’inizio della seduta nessuno aveva avanzato la richiesta, come solitamente fa il M5s, che tutte le votazioni avvenissero con scrutinio elettronico, perché pensavano già che ci sarebbe stato il voto di fiducia. Quindi ho chiesto che si votasse per alzata di mano, e il presidente non ha potuto far altro che prendere atto che i voti a favore erano più dei contrari.

Insomma, la sua trappola ha funzionato. E a quel punto?
Hanno preso tempo, chiedendo la richiesta della controprova, che normalmente comporta la chiusura immediata dell’aula, in modo da consentire la votazione solo a coloro che erano presenti. Ma in questo momento stiamo utilizzando anche le tribune, per poter ospitare i senatori con la distanza di sicurezza. Chiaramente i tre questori riescono a seguire l’aula, ma non i palchetti: che erano vuoti quando si è votato con alzata di mano, e si sono riempiti al momento della controprova con il sistema elettronico. Questo ha falsato l’esito della votazione. E comunque ce l’hanno fatta per due soli voti. Dopodiché è stata chiesta la sospensione per le ricostruzioni video, che sono parziali e raccogliticce, in mancanza di un’inquadratura formale e istituzionale.

Hanno dovuto chiedere la Var, come nelle partite di calcio…
L’unica prova pratica basata su un criterio scientifico, e non un tanto al chilo, sarebbe stata la verifica dei collegamenti dei tablet utilizzati dai senatori nei palchetti. Se si fosse escluso chi si è collegato dopo l’orario di chiusura delle porte, il risultato sarebbe stato capovolto e a quest’ora non ci sarebbe più il decreto legge.

Non il massimo della correttezza.
Ma sono riusciti a combinarne anche un’altra. Dopo le operazioni di voto ritardate, si è proclamato il risultato, sostenendo che il numero legale tenendo conto delle missioni e dei congedi fosse di 149. Io l’ho subito contestato, perché chi risulta in congedo ma poi vota fisicamente, va contato presente. Loro non ne avevano considerati due, quindi il numero legale effettivo sarebbe salito a 151. Poi abbiamo chiuso a 150, ma alle nove di ieri sera si è scoperto che il numero legale non era stato raggiunto. Dunque al venerdì mattina siamo tornati a rivotare.

E come è andata a finire?
Ce l’hanno fatta, ma solo grazie ai voti dei senatori a vita e di quelli dell’Svp, che ieri non avevano votato a parte uno. Hanno chiamato a raccolta tutte le truppe cammellate, raccattato voti in giro per l’Italia, ma comunque non sono riusciti a raggiungere nemmeno la maggioranza assoluta.

Secondo le agenzie di stampa, pare che fossero trent’anni che non veniva annullato un voto di fiducia.
Credo che ci sia solo un precedente in cui è caduto il numero legale. Questa è la superficialità con cui ormai si pone la fiducia, come se fosse scontata. Invece capitano anche questi scivoloni.

Che cosa ci dice questo episodio riguardo allo stato della maggioranza?
Che rischiano di andare sotto in qualunque momento, appena si distraggono.

Questo governo non ha più i numeri?
Ce li può avere occasionalmente. Ma è chiaro che, senza l’opposizione, non vanno più da nessuna parte.


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