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Come il Recovery Fund rischia di far saltare il debito italiano. Ringraziamo Gualtieri e Co. per aver aperto la strade all’Italexit

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Vi prego di salvare questo articolo per il futuro…

Mattarella fece fuoco e fiamme per evitare che il Prof. Paolo Savona si sedesse allo scanno del MEF, ma Savona era un economista abile  ed un europeista che vedeva le magagne dell’Euro e voleva porvi un rimedio. Chi invece non si rende conto dei problemi dell’euro ed anzi fa di tutto per esaltarli ed accentuarli, ponendo le basi per la futura rottura, è questo il vero nemico dell’Euro e dell’unione. Ora questi personaggi siedono al MEF ed a Palazzo Chigi e vi spieghiamo perchè.

Come mostra un interessante articolo de Il Sole 24 ore l’emissione di 900  miliardi di titoli da parte della Commissione potrebbe creare dei problemi per il debito pubblico italiano. Si tratta di un pezzo molto interessante, anche se presenta una piccola gaffe nel titolo:

Il problema che viene a mettere in luce l’articolo è semplice: in assenza di un intervento diretto da parte della Banca Centrale emissioni di questa misura, fra Recovery e Sure, nel tempo possono avere un impatto molto forte sui mercati dei titoli nazioni. La posizione dei titoli della Commissione si presenta qualitativamente come intermedia fra quella dei paesi Safe Haven, o considerati tali, come Paesi Bassi e Germania, e quelli dei paesi con debito maggiore, come Italia, Spagna e Francia.

Il fatto di avere un operatore intermedio fra quello a rendimento negativo e quello a rendimento positivo, con una emissione così elevata, ed in tempi così ristretti, rischia di far diminuire ulteriormente il rendimento dei titoli tedeschi, e di far aumentare invece quelli dei titoli più a rischio. Quindi l’effetto del Recovery Fund, secondo il Sole 24, sarà un’esplosione dello spread Bund-Btp.

La soluzione è esattamente l’opposto di quello che potrebbe desiderare una parte che volesse vedere una  vita lunga e proficua per l’euro e per i paesi che l’adottano. Una forte divergenza fra gli interessi italiani e tedeschi verrebbe a richiamare in azione la BCE per ridurlo, ma ora abbiamo la Lagarde, e questo avverrebbe dopo l’azione del PEPP: siamo sicuri di rivedere un “Whatever it takes”, o rischiamo di  avere una ripetizione della gaffe di marzo, quando disse che la “BCE non si occupa dello spread”?

Quindi siamo in una situazione complessa, ma causata completamente dall’inutile insistenza per  un’azione europea da parte di Gualtieri e Conte. La loro azione rischia di danneggiare il debito pubblico italiano e chi ha investito in esso. Se poi lo spread fosse portato all’estremo , anche per eventi esterni, questa loro azione aprirebbe la strada perfino alla rottura dell’euro, soprattutto se ci fosse una nuova consapevolezza politica che meglio la sopravvivenza dell’euro.


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