Attualità
ARRENDETEVI, SIETE CIRCONDATI !? Tutti i problemi di EuroBruxelles
L’Unione Europea, intesa come complesso burocratico liberticida, è sottoposta ad un autentico diluvio di critiche. Non che queste siano immeritate: le norme interne cervellotiche ed irrazionali, l’incapacità di offrire soluzioni alla prolungata crisi economica, la subordinarietà alle lobbies ed a potentati vari, l’assenza di vere risposte ai problemi dell’immigrazione stanno sfaldando il senso di unità e di solidarietà continentale.
In questo momento tutte queste diverse spinte stanno convergendo e sempre più hanno voce nella politica e nel governo dei singoli paesi. Se Bruxelles prosegue nel suo percorso di sordità e d’insensibilità democratica non potranno non esserci conseguenze giuste. L’Europa Unita nasce come reazione alle guerre mondiali causate da governi autoritari, e, se prosegue su questa via rischia di terminare ugualmente per una spinta democratica. Vediamo caso per caso quali sono le minacce alla UE.
a) GRECIA. non insisterò molto su questo tema, già profondamente trattato sia qui sia da altri. Diciamo semplicemente che, come sottolinea giustamente Varoufakis, le ricette messe in campo da Bruxelles e Francoforte hanno portato in 4 anni al taglio di 1/3 del PIL greco e nessuno si è mai scusato per questi errori. Attualmente la Grecia presenta il tasso più basso di sostegno all’Europa.
b) POLONIA. La vittoria del PiE e l’elezione di Duda come presidente condurranno ad un riequilibrio della posizione polacca nella UE. Sinora il paese era un paese dell’europeismo, mentre il nuovo presidente è favorevole ad una unione europea nei limiti dei vantaggi che ne può ottenere il suo stato. Si tratta di una posizione ben diversa e che creerà molti problemi , soprattutto quando si vorranno toccare temi sociali (famiglia , aborto, stato sociale) che sono molto a cuore al partito conservatore polacco. Per ora il parlamento è ancora in mano al Partito Liberale, filoeuropeo, ma a novembre vi saranno le elezioni politiche e la situazione potrebbe completamente.
c) REGNO UNITO. David Cameron è stato rieletto anche perchè ha preso una posizione molto dura nei confronti della UE, anche per limitare la crescita del partito isolazionista UKIP, promettendo il referendum sulla permanenza del Regno Unito entro il 2017 e comunque una ridefinizione dei rapporti fra Londra e Bruxelles. Ora , anche per non subire passivamente il referendum e per dargli qualche possibilità in più per vincere, ha iniziato un tour europeo per spingere ad una riforma del trattato di Lisbona e delle istituzioni europee nel senso di un maggior rispetto dei poteri e dell’autonomia dei singoli stati. Il viaggio è stato un successo controverso: in Polonia, dove il parlamento è ancora controllato, per poco , dagli europeisti le sue richieste sono state ignorate. In Germania la Merkel è stata invece più aperta alle richieste inglesi. Comunque vada questa tornata diplomatica , se Cameron non riuscirà a limitare l’odiato strapotere dei burocrati europei e l’afflusso di immigrazione dal continente, si incrementeranno i voti per una uscita netta dalla UE.
d) SPAGNA . le ultime elezioni locali hanno visto un crollo nei voti dei Popolari filoeuropei al governo ed una buona affermazione, anche se non grande come previsto, del partito di sinistra “Podemos”, che vuole una rivisitazione dei trattati ed una limitazione della possibilità della UE di concludere trattati commerciali internazionali, potere sul quale giocano molto le varie lobbies europee.
e) AUSTRIA . in Austria una petizione popolare (Volksbegehren) per l’uscita dall’unione Europa ha superato il vaglio della corte costituzionale. Se, entro il 24 Giugno, supererà il limite delle 100.000 firme, questa petizione si trasformerà o in disegno di legge costituzionale che dovrà essere obbligatoriamente e rapidamente discusso da parte del parlamento oppure in un referendum il cui verdetto dovrà essere rispettato dai legislatori. A promuovere la petizione è un movimento popolare piuttosto vasto che si oppone al governo di unità nazionale filoeuropeo Partito Popolare austriaco/ Partito Socialista e che quasi sicuramente riuscirà a raccogliere le firme necessarie. La contrarietà contro la UE nasce da una serie di fattori, che vanno dall’opposizione al trattato commerciale con gli Stati Uniti TTIP, che vorrebbe sopravanzare le singole legislazioni statali limitando le tutele dei consumatori, all’opposizione ai versamenti per svariati miliardi di euro alle autorità di Bruxelles, soldi che i cittadini austriaci vorrebbero veder tornare nelle proprie disponibilità. Ricordiamo che poi le norme europee hanno danneggiato fortemente il sistema creditizio austriaco.
La cecità, l’insensibilità e l’avidità di potere e di denaro dell’Unione Europea stanno portando alla nascita di potenti movimenti di opposizione. Del resto appare logico che un governo puramente burocratico, per cui i cittadini sono un di più e possono anche morire di fame, purchè lo facciano senza sporcare le aiuole, non possa , alla lunga , durare. Quindi o l’Unione Europea cambierà strada riformandosi profondamente, oppure è destiana a schiantarsi contro la realtà della politica, dell’economia e della società
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