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Cina, produzione ai minimi, ma altri segnali migliori

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La crescita del prodotti industriale cinese è ai minimi, ed è inoltre al di sotto  delle attese di una crescita pari al 5,5%.

Si attendeva un rimbalzo della produzione industriale anno su anno dal 5,3% a gennaio al 5,5%,  ma in realtà  ci si è fermati al 5,3% come nel mese precedente. Tra l’altro le  statistiche cinesi sono spesso segnate da un certo ottimismo. Il calo è su tutta la linea rispetto al 2018, dalle utility al settore minerario all’alta tecnologia. La Cina sta diventando un paese maturo con crescite da paese maturo.

Però alcuni dati non sono negativi. Ad esempio gli investimenti fissi sono superiori alle attese.

In questo caso era atteso un rallentamento degli investimenti al 5,9%, mentre la costanza al 6,1% è meglio di quanto ci si aspettasse. Certo i cali sono molto forti rispetto ad un anno fa, ma almeno non sono proseguiti quest’anno. Quindi non ci sono cali ulteriori, e questo viene già considerato buono.

Situazione simile per quanto riguarda le vendite al consumo.

Anche in questo caso una situazione di stabilità nella crescita di fronte prospettive di calo,  con le vendite di beni di consumo che tengono, anche se meno alcune come i cosmetici, mentre le vendite di auto  sono ancora in calo anche se in forma minore, -2,8% contro  il -8,5% con un rimbalzo però nel settore telecomunicazioni e prodotti per l’ufficio, tornati positivi. Insomma dopo un calo che è stato molto forte fino a novembre, sembra che si sia raggiunta una nuova stabilità.

In realtà il calo del commercio internazionale  era già in corso nel 2018 prima della guerra commerciale fra USA e Cina ed era soprattutto dovuto al calo della crescita economica cinese. Il rallentamento sembra rallentato, almeno dal lato dei consumi e degli investimenti, ma dobbiamo vedere qualche serio rimbalzo prima di poter parlare di scampato pericolo, almeno per l’economia reale. Per quella finanziaria è tutto un altro discorso.

 


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