Analisi e studi
Cina: ondata di dati economici non positivi. Ci vuole più stimolo o più cambiamento
La Cina sta mostrando dei dati di vendite al dettaglio e produzione industriali che non sono in linea con le attese di crescita del governo. Prima o poi dovrà intervenire.
Ondata di dati economici dalla Cina, e non sono particolarmente positivi.
Iniziamo con le vendite al dettaglio: queste ultime si sono espanse del 2,1% su base annua nel mese di agosto 2024, moderandosi rispetto alla crescita del 2,7% del mese precedente e mancando il consenso del mercato del 2,5%.
L’ultimo risultato riflette gli eventi climatici insoliti di questa estate, caratterizzata da caldo torrido e piogge battenti. La crescita delle vendite è rallentata per la cura della persona (1,3% contro il 2,1% di luglio), a causa della debolezza della spesa per i cosmetici (-6,1% contro -6,1%), l’abbigliamento, le scarpe, i cappelli e i prodotti tessili (-1,6% contro -5,2%), l’oro, l’argento e i gioielli (-12. 0% vs -10,4%), mobili (-3,7% vs -1,1%), prodotti petroliferi (-0,4% vs 1,6%), forniture per ufficio (-1,9% vs -2,4%), auto (-7,3% vs -4,9%) e materiali edili (-6,7% vs -2,1%). Tutti beni di consumo personale, come notiamo.
D’altra parte, il fatturato è aumentato per cereali, petrolio, alimenti (10,1% vs 9,9%) e apparecchiature per le comunicazioni (14,8% vs 12,7%), mentre le vendite di elettrodomestici sono rimbalzate (3,4% vs -2,4%). Su base mensile, il commercio al dettaglio è rimasto quasi piatto dopo l’aumento dello 0,35% a luglio. Da gennaio ad agosto, le vendite al dettaglio sono aumentate del 3,9%.
Ecco il relativo grafico:
Sono dati non brillanti che mostrano come sia difficile far aumentare i consumi, ma questo non è solo uno dei problemi di Pechino.
Anche la produzione industriale cinese è in calo rispetto al mese precedente: la produzione industriale cinese è aumentata del 4,5% annuo ad agosto 2024, al di sotto delle previsioni di mercato del 4,8% e in rallentamento rispetto all’aumento del 5,1% di luglio.
Si è trattato dell’espansione più contenuta della produzione industriale da marzo, segnando il quarto mese consecutivo di rallentamento, a causa delle perturbazioni causate dal clima estremo di quest’estate.
La crescita della produzione è diminuita soprattutto nel settore manifatturiero (4,3% rispetto al 5,3% di luglio) e in quello minerario (3,7% rispetto al 4,6%). All’interno del settore manifatturiero, 32 dei 41 settori principali sono cresciuti, in particolare ferrovie, navi, aviazione (12,0%), computer, comunicazioni (11,3%), produzione di calore (6,9%), fusione di metalli non ferrosi (6,6%), prodotti chimici (5,9%), auto (4,5%), tessile (4,4%), petrolio e gas (4,0%), carbone, estrazione e lavaggio (3,3%) e produzione di attrezzature speciali (2,9%).
La produzione è invece diminuita per i prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-5,5%) e per la fusione e laminazione di metalli ferrosi (-2,1%).
Su base mensile, la produzione industriale ha registrato un aumento dello 0,32%, il più basso degli ultimi 3 mesi. Nei primi otto mesi dell’anno, la produzione industriale è aumentata del 5,8%. Ecco il realtivo grafico:
Anche gli investimenti fissi vedono una crescita rallentata, in calo rispetto al mese rpecedente e con il valore minimo rispetto agli ultimi mesi e anche al di sotto delle previsioni del mercato. Ecco il relativo grafico:
Altro indicatore importante sono i prestiti dal sistema bancario: i nuovi prestiti bancari della Cina sono rimbalzati ad agosto da un minimo di 15 anni nel mese precedente e l’ampia espansione del credito ha ripreso vigore grazie all’emissione di titoli di Stato, ma gli analisti ritengono che la domanda di prestiti dell’economia reale rimanga debole e che l’autorità debba intensificare lo stimolo politico per sostenere la ripresa economica.
Le banche cinesi hanno esteso 900 miliardi di yuan di nuovi prestiti in yuan nel mese di agosto, secondo i calcoli basati sui dati rilasciati dalla PBOC venerdì, con una ripresa rispetto ai 260 miliardi di yuan del mese precedente, che era il livello più basso degli ultimi 15 anni.
Tuttavia, i nuovi prestiti bancari di agosto sono diminuiti di 460 miliardi di yuan rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La domanda di prestiti del settore aziendale non finanziario e del settore domestico si è ulteriormente indebolita e il finanziamento delle fatture ha rappresentato oltre il 60% del totale dei nuovi prestiti il mese scorso. Quindi l’economia reale non ne sta ricevendo uno stimolo
La Cina quindi sta vedendo uno sviluppo inferiore alle apsettative del governo. mancano i consumi e lo stimolo pubblico non è ancora stato sufficiente. A questo punto sarebbe necessario fornire uno stimolo serio ai consumi e agli investimenti, cosa di cui le autorità cinesi non sembrano ancora convinte a sufficienza.
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