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Cina: l’auto elettrica è la potenza, ma anche la debolezza, del paese

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Secondo gli analisti, le possibili restrizioni degli Stati Uniti sulle importazioni cinesi di veicoli elettrici (EV) – una potenziale base di crescita negli anni a venire con lo sviluppo dell’industria – potrebbero assestare un altro colpo agli sforzi di Pechino per ritrovare slancio nella ripresa economica, ma anche mettere un freno allo sviluppo delle relazioni fra i due paesi.

Il Segretario al Commercio degli Stati Uniti, Gina Raimondo, ha dichiarato martedì che i veicoli elettrici cinesi potrebbero rappresentare un rischio, in quanto raccolgono “un’enorme quantità di informazioni sul conducente”. Le osservazioni sono giunte nel momento in cui l’amministrazione di Joe Biden sta valutando l’opportunità di imporre tariffe d’importazione più pesanti su alcuni prodotti cinesi, tra cui gli EV. Attualmente sono fissate al 25%, un sottoprodotto delle tariffe imposte durante il mandato del suo predecessore Donald Trump, nonché dell’attuale strategia “high fence small yard” per limitare l’accesso della Cina ai prodotti hi-tech.

La scelta avrà però ricadute pesanti sulla cina”Se [l’industria] non è in grado di esportare regolarmente i prodotti all’estero, [questo] rafforzerà l’attuale contesto deflazionistico della Cina [e] indebolirà il sentimento delle famiglie e delle imprese per la ripresa economica”, ha dichiarato Dong Jinyue, economista senior di BBVA Research. Dong ha aggiunto che la questione dei veicoli elettrici, che negli Stati Uniti si è trasformata in una questione di sicurezza nazionale, porterà a un’altra serie di tensioni geopolitiche e genererà maggiore incertezza sulle prospettive di crescita della Cina.

Se il governo Biden applicherà queste limitazioni la capacità produttiva in eccesso si riverserà sul mercato interno cinese causando un’eccesso di offerta che, nel breve periodo, porterà a una spinta deflattiva e, nel medio lungo, a chiusure e licenziamenti. 

L’annuncio di ottobre dell’Unione Europea di voler condurre un’indagine antisovvenzioni sui veicoli elettrici cinesi è stato il primo grande colpo inferto a un settore potenzialmente fondamentale, che è cresciuto rapidamente negli ultimi anni e che potrebbe guidare le esportazioni e la crescita della seconda economia mondiale. Ma il settore sta già affrontando le pressioni di Bruxelles e Washington e le preoccupazioni per la sovraccapacità sono emerse a livello nazionale.

Sarah Tan, economista di Moody’s Analytics, ha dichiarato che le spedizioni di automobili sono aumentate del 69% rispetto al 2023, mentre secondo AP sono cresciute del 64%, dimostrando il vantaggio competitivo della Cina nella produzione di batterie agli ioni di litio e i bassi costi di manodopera rispetto a Giappone e Corea del Sud.

“Anche le case automobilistiche straniere hanno aperto fabbriche in Cina per sfruttare alcuni di questi vantaggi”, ha aggiunto. I produttori hanno investito il 6,5% in più fino al 2023, soprattutto nei settori dell’auto, delle apparecchiature elettriche e dell’elettronica hi-tech”.

In un momento in cui l’economia cinese è più fragile e cerca di allontanarsi dal settore immobiliare l’imposizione di dannose limitazioni all’export di auto elettriche sarebbe un problema per Pechino. Nello stesso tempo però rinunciare alla Cina significa non apprfittare del paese che, attualmente, è più avanzato nel settore. Inoltre dove passano le merci non passano gli eserciti, per cui

 


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