Analisi e studi
Proposta: Cina, la vendetta dei consumi: +6,4% sfida i dazi di Trump. Ma ora l’onda anomala di prodotti può minacciare l’Italia.
Sotto la pressione dei dazi USA, l’economia cinese reagisce con un’incredibile impennata dei consumi interni a maggio 2025 (+6,4%). Mentre Pechino si difende, l’Europa e l’Italia temono di essere invase da prodotti a basso costo. Cosa significa per le nostre imprese?

In Cina, i consumi interni mostrano segnali di robusta ripresa, offrendo una boccata d’ossigeno all’economia sotto la pressione dei dazi americani. Secondo i dati del National Bureau of Statistics of China, a maggio 2025 le vendite al dettaglio sono cresciute del 6,4% su base annua, accelerando rispetto al 5,1% di aprile e superando le attese del mercato (5%). Si tratta del ritmo più sostenuto da dicembre 2023, trainato dalla spesa per le festività del Labor Day e del Dragon Boat Festival, oltre che dalle politiche di Pechino per stimolare la domanda interna.
La crescita ha coinvolto quasi tutte le categorie merceologiche. Spiccano gli aumenti per elettrodomestici (+53%), articoli sportivi e di intrattenimento (+28,3%), gioielli in oro e argento (+21,8%), e generi alimentari (+14,6%). Bene anche tabacco e alcolici (+11,2%), abbigliamento (+4%) e auto (+1,1%).
In calo, invece, i prodotti petroliferi (-7%). Nei primi cinque mesi del 2025, il fatturato al dettaglio è cresciuto del 5%, confermando un trend positivo.
Ecco il relativo grafico:
Sul fronte industriale, la produzione è aumentata del 5,8% annuo a maggio, in rallentamento rispetto al 6,1% di aprile e sotto le aspettative (5,9%).
La crescita più lenta, la minore da novembre 2024, riflette l’impatto dei dazi USA sulla domanda estera. La manifattura ha registrato un +6,2% (contro il 6,6% di aprile), mentre l’estrazione mineraria è rimasta stabile (+5,7%) e la produzione di energia è cresciuta leggermente (+2,2%).
Settori come cantieristica navale e ferroviaria (+14,6%), automotive (+11,6%) e informatica (+10,2%) hanno guidato la performance, mentre i minerali non metallici hanno segnato un calo (-0,6%).
Da gennaio a maggio, la produzione industriale è cresciuta del 6,3%. Ecco il relativo grafico:
Finalmente, i consumi interni cinesi si stanno rafforzando, impedendo un crollo ancora più marcato sotto il peso dei dazi al 55% e oltre imposti da Trump e del relativo calo dell’export verso gli USA. Romane sempre il rischio che i prodotti cines vengano forzati sui mercati europei ed italiano in particolare, con margini più bassi, spiazzando le nostre produzioni.
Questa risposta, l’unica efficace che Pechino potesse adottare, non solo sostiene l’economia nel breve termine, ma migliora anche la condizione dei cittadini cinesi, che si sentono un po’ più ricchi grazie alla rinnovata capacità di spesa. Il dubbio rimane però sempre lo stesso: come i cittadini cinesi potranno sostenere questo ritmo di crescita delle vendite nel medio – lungo periodo?
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