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Ci vorranno 1500 miliardi per compensare le perdite delle società energetiche europee. Monetizzazione del debito in vista?

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Oggi la Reuters riporta che Finlandia e Svizzera si sono unite alla brigata di salvataggio delle proprie società energetiche, con fondi importanti:

  • La società di servizi finlandese Fortum ha dichiarato di aver firmato un accordo di finanziamento ponte con la società di investimenti governativa Solidium per un valore di 2,35 miliardi di euro per coprire le sue esigenze collaterali. Un funzionario del governo finlandese ha dichiarato a Reuters che il sostegno si aggiunge ai 10 miliardi di euro di garanzie di liquidità che Helsinki ha annunciato domenica per le aziende elettriche.
  • L’azienda elettrica svizzera Axpo ha dichiarato di aver ricevuto dal governo una linea di credito fino a 4 miliardi di franchi svizzeri (4,1 miliardi di dollari) per garantire il proprio fabbisogno di liquidità. Il governo svizzero ha predisposto una rete di sicurezza di 10 miliardi di franchi per le aziende elettriche, ma ha deciso di stanziare i fondi per Axpo anche se la legislazione è ancora all’esame del Parlamento.

I numeri si stanno accumulando velocemente, ma impallidiscono rispetto a quello che potrebbe essere il prezzo finale se i governi europei decidessero che questo è il loro momento “whatever it takes”. Perché gli aiuti alle società per pagare le bollette sono una frazione minima della mancanza di liquidità delle società energetiche.

Il gigante norvegese dell’energia Equinor ASA ha avvertito che il trading energetico europeo rischia di fermarsi se i governi non estendono la liquidità per coprire le margin call di almeno 1.500 miliardi di dollari: se il mercato fisico funziona, il mercato dei derivati comincia a mostrare seri segni di stress sistemico.

Praticamente le aziende energetiche hanno venduto energia a termine, a prezzi elevati, ma inferiori a quelli del mercato attuale. Se sulla vendita del  fisico, cioè dell’elettricità, ci hanno anche guadagnato perché la generano loro, quando si tratta di comprare l’energia che non hanno per adempiere ai contratti di vendita oltre la loro capacita sono dolori. Quindi vendono altri future, ma a questo punto il collateral, la garanzia necessaria per operare, è enormemente crescita. Per cui queste società si trovano letteralmente senza soldi, a liquidità zero, e vanno dai governi a chiedere cash.

La cosa ancora più divertente è che, come ci dice il FT: Attualmente, il Regolamento europeo sulle infrastrutture di mercato dell’UE, che stabilisce il quadro giuridico per i requisiti di margine, non distingue tra produttori di energia e controparti finanziarie pure. Riducendo o eliminando il collaterale che le borse richiedono ai produttori di energia elettrica, gli analisti sostengono che le autorità di regolamentazione potrebbero alleggerire la pressione sulla liquidità delle utility con un rischio limitato per le loro controparti. “Si tratta di società con attività di generazione di energia, quindi non stanno scappando da nessuna parte”, ha detto Venkateswaran di Bernstein. “È diverso da chi sta solo speculando sui prezzi dell’energia”.  Quindi, dato che per speculare hanno permesso a cani e porci di entrare sul mercato, anche senza controparte reale, adesso se intervengono e fanno un bail out del mercato non solo aiuterebbero gli speculatori, e tutto questo è bellissimo, perché frutto di un mercato truffaldino creato ad arte. 

Bloomberg riporta che Helge Haugane, vicepresidente senior di Equinor per il gas e l’energia, ha dichiarato in un’intervista che “sarà necessario un supporto di liquidità”, avvertendo che la stima della sua azienda di 1,5 trilioni di dollari per sostenere il cosiddetto paper trading è “conservativa”.

Haugane conferma ciò che abbiamo spiegato essere alla base dell’interruzione del funzionamento dei mercati energetici (cartacei):

Si tratta solo di capitali morti e vincolati da richieste di margin call“, cioè legati a situazione di future che o vengono periodicamente rinnovate, oppure porteranno al fallimento delle società energetiche o speculative che le hanno emesse, ha detto Haugane in un’intervista alla conferenza Gastech di Milano.

Se le società hanno bisogno di mettere a disposizione così tanto denaro, significa che la liquidità del mercato si prosciuga e questo non è positivo per questa parte dei mercati del gas“, ha affermato. Perchè se a speculare fossero quattro fessi che seguono le azioni meme non ci sarebbe nessun problema: li fai fallire, li lasci in mutande e risparmi dei soldi, oltre che fornire un’utilissima lezione di vita. Qui

Questa cifra è il 55% del debito pubblico italiano che però si è generato in un bel po’ di anni. Qui abbiamo un qualcosa che i governi dovrebbero sganciare tout court per mantenere in vita il mercato e quindi anche le proprie società energetiche. Ovvio che questo non potrà che accadere monetizzando, in qualche modo il debito. Fatevene in una ragione nella UE schiava della finanza che non ha pensato a produrre neanche l’energia che utilizza. E quando sentite qualcuno parlare del debito pubblico italiano ditegli prima di sciacquarsi la bocca.

Ora la BCE aumenterà i tassi del 0,75%, un modo per accelerare il momento in cui dovrà intervenire e accollarsi tutto questo debito, e più avanti vi spiegheremo perché lo farà.


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