Analisi e studi
L’asse Russia-USA: Mosca deraglia il progetto franco-obamiano dei due stati in Israele. Chi sta sfidando le grandi potenze?
E’ quasi ufficiale, Kerry ed Obama con il supporto francese in un estremo tentativo di passare alla storia per qualcosa di rilevante (visto che fino ad ora non ne hanno azzeccata una, memento Daesh, Aleppo, Ucraina etc. oltre ad essersi dimostrato il presidente USA il più guerrafondaio dai tempi di Truman a dispetto del Nobel per la Pace preso in anticipo) vogliono far passare in extremis entro la fine del mandato obamiano una risoluzione ONU per far approvare la soluzione dei due Stati Israele-Palestina.
Problema per Obama: la Russia dirà inaspettatamente NO ai due stati con un voltafaccia incredibile rispetto alle politiche russe all’ONU da sempre a favore di una limitazione del potere di Tel Aviv nell’area (forse avete capito ora l’ espulsione insulsa dei 35 diplomatici russi a cosa è veramente dovuta, ndr).
Ecco dunque in due parole il sunto della storia: di fatto si è già forgiato il prossimo asse russo americano con cui eradicare l’Isis, essa stessa – secondo molte fonti – una creazione di Obama e Clinton per fomentare il “cambiamento” (il caos?) nell’area nelle more di un progetto molto più ampio e pervasivo (leggasi oltre). Anzi, meglio detto, il nuovo asse sarà Washington-Mosca-Tel Aviv (ndr: 1. e chi li batte? 2. alcune gerarchie sunnite nell’area saranno di troppo?).
Secondo chi scrive non è tanto importante capire chi sia a favore del nuovo asse ma chi sta dichiaratamente contro. E qui è facile comprenderlo: come ben spiegato da La Stampa, sempre ben informata in materia essendo cresciuta con la scuola di Igor Man, il quartetto che ha promosso il blocco degli insediamenti di Israele oltre i confini del 1967 è il quartetto ONU, USA, Russia e – notate bene – Unione Europea ossia quest’ultimo è il soggetto che fortemente vorrebbe i due Stati in Terra Santa [leggasi, l’asse franco tedesco sta sfidando l’asse Russia-USA-Israele]. Il fine è semplice: indebolire il dominus USA togliendogli il supporto del suo miglior e potente alleato nell’area (Israele) al fine di permettere le proprie mire espansionistiche in veste EU una volta tolto di mezzo l’ormai eccessivamente ingombrante attore americano che da troppo tempo comanda in Europa (dopo essersi sostituito ai vetusti poteri ex coloniali con la vittoria nell’ultima guerra mondiale).
Se ci pensate bene la strategia franco-tedesca è stata semplice: con l’obiettivo di sostituirsi agli USA in Europa e nel Mediterraneo prima si è creato un nemico perfetto per Washington (la Russia di Putin) passando dalla mancata annessione NATO dell’Ucraina per volere tedesco e del ritorno della Francia nell’Alleanza Atlantica nei prodromi della presidenza Obama. Poi arrivò l’incredibile Nobel preventivo al primo presidente nero degli States, per portarlo dalla loro parte. A seguire si sono create tensioni via tragitti di petrolio e gas in medio oriente ed Europa. In parallelo si sono annientati gli alleati USA nell’area mediterranea leggasi Israele e Italia. Nel mezzo abbiamo le vittime collaterali fatte da paesi falliti (Grecia) e disperazione della gente euromediterranea, anch’essi strumento necessario per raggiungere il fine (egemonico) desiderato, con le industrie europee (soprattutto franco-tedesche) sempre pronte a dare supporto economico al progetto finanziando la Clinton Foundation (avete capito la fretta europea di chiudere le multe USA di VW e Deutsche Bank prima della fine della presidenza Obama?).
Restando ad Israele, andrebbe certamente indagata la ragione della reazione inconsulta del governo di Tel Aviv nella persona del suo ministro della difesa (ma in varie forme la stessa litania va avanti da tempo). Si avete capito bene, il ministro Avigdor Lieberman ha precisato – ben sapendo che è la Francia con il suo seggio permanente a tirare le fila in nome e per conto dell’EU nel voto ONU della scorsa settimana ed in quello di metà gennaio prossimo sui due stati – qualcosa del tipo, …la Francia non è il più un luogo sicuro dove stare per gli ebrei, tornate a Sion…. In tutto questo, ne sono certo, giocano le conseguenze dell’affaire Strauss Kahn, eminente ebreo di Francia fatto fuori nelle more del progetto egemonico europeo che doveva, per completarsi, portare un affidabile francese all’FMI, Mme Lagarde (che con Trump non durerà sei mesi, ndr).
Abbiamo dunque contestualizzato quanto successo in EU con l’austerità, ricordate bene che tutto partì dalla richiesta europea di mandare la Troika proprio in Italia nel 2010-2011; e quando Berlusconi si oppose venne deposto (in effetti l’Italia ai tempi era messa economicamente molto meglio degli altri paesi occidentali nel post crisi subprime, le sue banche erano sanissime ed oggi sono invece al collasso solo come conseguenza di 5 anni di volutamente dannosa austerità euroimposta, il Cavaliere aveva ragione ad opporsi).
Sullo sfondo la miriade di attentati in Francia negli ultimi 2 anni in cui in più di una occasione è emerso lo zampino del mossad, almeno come parte molto ben informata (…).
Che sia in atto una reazione prossima ventura agli eccessi obamiani è sicuro. Che ci sia stato un forte affiatamento tra militari USA e Israele per rallentare il progetto clinton-obamiano è parimenti certo.
Ora con i militari molto ben inseriti nella prossima amministrazione USA chi dovrà decidere ha perfettamente chiari gli obiettivi da raggiungere per portare i correttivi atti a tornare nel solco dei rapporti politici tradizionali. Visto il disastro che abbiamo innanzi nelle relazioni internazionali con pozzi avvelenati da Obama prima di lasciare, è ormai certo che Trump non farà sconti a partire da gennaio prossimo per cui aspettiamoci l’emersione di verità inimmaginabili relativamente ai misfatti dei sodali della corrente amministrazione USA inclusi gli alleati esteri.
Dunque, dopo aver neutralizzato via Mosca i tentativi di Kerry di mettere in pericolo Israele coi due stati (già l’apertura all’Iran fu un brutto colpo assestato da Obama a Tel Aviv, nelle mire dello stesso progetto di cui abbiamo test’è parlato), la logica dice che il prossimo vero obiettivo USA con Donald J. Trump alla Presidenza, oltre a cancellare l’Isis in sei mesi, sarà quello di scagliarsi contro il soggetto politico-economico (l’EU franco-tedesca) che ha attentato per sostituirsi a Washington nel Mediterraneo ed anche negli equilibri economici globali fino a dipingerla come “non un” ma “il vero” competitor occidentale dell’America. Non a caso oggi vediamo i tentativi, dovrei dire gli ultimi colpi di coda da parte degli europei per acquisire asset strategici in Italia da parte dell’asse franco tedesco (Mediaset, Generali, Terna, Unicredit, Mediobanca, Leonardo/Finmeccanica ecc.) prima del cambio della guardia americana: essi non sono altro che un sintomo del grave malessere franco-tedesco per quello che succederà fra 20 giorni, oggi si spera se non di azzoppare il miglior alleato non anglosassone degli USA quanto meno – nel caso non ci si riuscisse – almeno di portar via qualcosa all’Italia quale vero alleato USA nell’EU.
Magari oltralpe qualcuno spera che portando via le aziende italiane si possano creare le basi per un maggior consenso italico per questa EU fondata sulla moneta unica che di fatto ha come vero obiettivo sostituirsi all’America nel controllo dell’Europa e del Mediterraneo, a vantaggio esclusivo del blocco franco-tedesco (per i francesi: ci si ricordi che le aziende non si muovono, tanto meno in pochi mesi).
L’importante è il chiarire quale sia il gioco. Poi volendo trovare correttivi sarà facile reagire, almeno secondo chi scrive.
Oggi siamo forse andati oltre dettagliando argomenti complessi, sperando asceticamente nel buon senso di chi dovrebbe essere interessato ad ascoltare.
Jetlag per Mitt Dolcino
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