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Economia

Chi sta guidando la corsa mondiale allo sfruttamento delle risorse minerarie sottomarine?

Queli nazioni hanno chiesto il maggior numero di autorizzazioni all’esplorazione mineraria sottomarina ?
Una breve ricerca per mostarre come, un domani, l’oceano potrebbe essere la vera fonte di materie prime

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L’India ha richiesto all’Autorità Internazionale dei Fondali Marini (ISA) due nuove licenze per esplorare parti dei fondali marini dell’Oceano Indiano alla ricerca di minerali cruciali per la transizione energetica verde. Se verranno concesse, l’India deterrà quattro contratti, diventando così il Paese con il secondo maggior numero di contratti attivi per progetti di esplorazione mineraria in acque profonde al mondo.

Come mostra Anna Fleck di Statista nel grafico seguente, basato sui dati ISA, la Cina ha attualmente cinque contratti, il che la rende il Paese leader in termini di contratti per l’esplorazione mineraria in acque profonde autorizzata.
Troverà altre infografiche su Statista.

Attualmente ci sono 31 contratti firmati dall’ISA, 30 dei quali sono attivi e ciascuno ha una durata di 15 anni. Alcuni di questi coinvolgono enti governativi – ad esempio, il Governo dell’India, il Governo della Polonia e il Governo della Repubblica di Corea appaiono tutti sul sito web dell’ISA. Tuttavia, la maggior parte sono aziende private che finora si sono impegnate direttamente in contratti per l’estrazione in acque profonde con l’ISA.

Esistono tre categorie principali di esplorazione mineraria in acque profonde: la ricerca e la raccolta di noduli polimetallici (PMN), di solfuri polimetallici (PMS) e di croste ferromanganesi ricche di cobalto (CFC) nei fondali marini profondi. I due nuovi contratti proposti dall’India si riferiscono a questi ultimi due metodi, in primo luogo per l’esplorazione di PMS nel Carlsberg Ridge dell’Oceano Indiano Centrale e in secondo luogo per l’esplorazione di CFC nel fondale marino profondo dell’Afanasy-Nikitin Seamount nell’Oceano Indiano Centrale.

Secondo l’ISA, la maggior parte delle aziende che si occupano dell’esplorazione dei fondali marini si concentra sui noduli polimetallici (19; di cui 17 si concentrano sulla Zona di frattura Clarion-Clipperton), seguiti dai solfuri polimetallici (7) nella dorsale indiana sud-occidentale, nella dorsale indiana centrale e nella dorsale medio-atlantica e solo 5 aziende si occupano delle croste polimetalliche nell’Oceano Pacifico occidentale.
Come sottolinea l’articolo di Gaby Ramirez per Unbias the News, la questione dell’estrazione mineraria in acque profonde è complessa e divisiva. I sostenitori sostengono che per gestire una transizione verde di successo, avremo bisogno di una maggiore quantità di questi metalli preziosi e veloci. I critici sostengono, invece, che sono necessarie molte più informazioni prima di intraprendere ulteriori azioni, in particolare per quanto riguarda l’impatto di tali estrazioni sull’ambiente di quella che è stata definita la ‘frontiera finale’ della Terra.


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