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Chevron si espande in Venezuela, nonostante le sanzioni

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La Chevron assumerà ufficialmente il controllo di un progetto petrolifero in Venezuela questa settimana, ha riferito Bloomberg, citando fonti non citate.

La supermaggioranza lavorerà il greggio pesante presso l’impianto Petropiar, chiamato “upgrader”, per poi esportarlo ai raffinatori della costa del Golfo degli Stati Uniti, dopo che il Dipartimento del Tesoro ha concesso a Chevron un’esenzione dalle sanzioni imposte da Washington a Caracas.

Le sanzioni contro il Venezuela sono state introdotte nel 2019 dall’amministrazione Trump e la decisione dei suoi successori di alleggerirne alcune è arrivata dopo la ripresa dei colloqui, il mese scorso, tra il governo di Nicolas Maduro e l’opposizione venezuelana. Tali colloqui hanno portato alla firma di un accordo mediato dagli Stati Uniti tra il governo e l’opposizione per risolvere le turbolenze politiche del Paese.

Poco dopo la firma dell’accordo, il Tesoro ha concesso a Chevron una licenza per operare in Venezuela, ma ha vietato a PDVSA, la compagnia petrolifera statale venezuelana, di ricevere qualsiasi profitto dalle operazioni congiunte. Il denaro dovuto a PDVSA sarà invece utilizzato per ripagare il suo debito con la supermaggioranza statunitense. La licenza è valida per sei mesi.

Secondo il rapporto di Bloomberg, Chevron potrebbe aumentare la produzione di petrolio dal progetto Petropiar e da altre joint venture che ha con PDVSA da 50.000 bpd a 200.000 bpd entro un anno. Il primo carico è previsto per la fine del mese.

L’amministratore delegato di Chevron, Mike Wirth, ha tuttavia espresso una nota di cautela in merito alla ripresa della produzione petrolifera venezuelana. A ottobre, ha dichiarato a Bloomberg che potrebbero passare “mesi e anni per iniziare la manutenzione e la ristrutturazione dei giacimenti e delle attrezzature e per modificare qualsiasi attività di investimento”.

Nel frattempo, negli Stati Uniti, l’amministratore delegato di Continental Resources, il pioniere dello shale Harold Hamm, ha criticato Washington per il suo accordo con il Venezuela, accusando l’amministrazione Biden di aver ucciso l’industria petrolifera statunitense. Ha inoltre affermato che il greggio venezuelano non può sostituire il petrolio nazionale proveniente dallo shale patch.

Appare chiaro come la concessione del governo USA a Chevron sia legata alla volontà di approvvigionare il mercato di nuovo oro nero in sostituzione di quello russo.


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