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C’hai fame ? Mangiati un cactus. La ricetta del World Economic Forum per nutrire il mondo

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Il World Economic Forum è, ammettiamolo, fantastico. Vuole fare tutto, per tutti, con una capacità che neanche il miglior tuttologo riesce ad avere. Soprattutto il WEF vuole salvarvi dal surriscaldamento climatico e  preparare da dieta adatta a farvi stare al fresco.

Ovviamente il nemico assoluto è la carne a partire  da quella di bovino, che sarebbe quella più impattante. Ora io non sono un esperto, ma sono nato e vivo in campagna e vedo che, soprattutto quest’anno, con i prezzi dei fertilizzanti chimici alle stelle, gli allevatori si preparano ad utilizzare il letame bovino come concime, e benedicono di avere delle bestie, ma che ne sa il contadino della terra? Ne sanno di più a Davos. Tra l’altro anche la carne ovina e i formaggi sono visti malissimo, dovete mangiarvi del Tofu e camminare

Comunque la cura per mangiare bene e salvare il mondo per il WEF comprende tre prodotti visti come salvifici per l’alimentazione mondiale:

  • cereali alternativi a grano granturco e riso. Ottimo, magari recuperiamo qualche variaetà italiana dimenticata e saccheggiata dalle multinazionali;
  • Cactus, perché “Hanno una grande tradizione nellaa cucina messicana”, e se non vi piacciono amen;
  • Alghe ricche, come nella migliore pubblicità del fucus, di qualsiasi cosa positiva e che assorbono molto carbonio.

Naturalmente tutto questo viene scritto senza considerare che qualsiasi cultura venga svolta a livello intensivo e industriale avrà comunque un impatto ambientale. Perfino le alghe vanno bene sino a quando sono un elemento secondario dell’alimentazione umana, ma sicuramente avrebbero degli impatti, magari attualmente non prevedibili, se coltivate a livello industriale. Poi, ovviamente, i gusti delle persone sono un fattore secondario, e se volete la carne loro prevedono che vi mangerete, probabilmente, o vegano o la carne coltivata in laboratorio, come da loro previsioni:

Come tutte le rivoluzioni imposte dall’alto per motivi ideologici anche questa sarà un disastro. Si forzeranno soluzione che, come nel caso delle auto elettriche, non saranno ancore tecnologicamente sufficientemente sviluppate con ricadute impreviste sui mercati e sulle attività produttive. Con la differenza che, questa volta, se sbagliano non si tratterà di andare a piedi, ma di morire di fame.

 

 


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