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Esteri

Cambogia-Thailandia: arriva il cessate il fuoco. Decisiva la mediazione della Malesia

Dopo giorni di sanguinosi combattimenti al confine, Cambogia e Thailandia concordano un cessate il fuoco grazie alla mediazione della Malesia. La tregua, annunciata a Kuala Lumpur, pone fine a una crisi che ha causato decine di morti e quasi 300.000 sfollati.

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La breve, ma sanguinosa guerricciola fra Cambogia e Thailandia sembra avviarsi a una conclusione, per fortuna, dopo gironi di scontri, bombardamente, fughe di civili e morti.

Bangkok e Phnom Penh hanno concordato un cessate il fuoco per porre fine ai combattimenti lungo il confine comune che negli ultimi giorni hanno causato la morte di oltre 30 persone e la fuga  di circa 300.000 persone, secondo quanto riferito dai leader dei due paesi e dalla Malesia, che ha mediato l’accordo.

Il patto, che è entrato in vigore a mezzanotte di lunedì, è stato annunciato mentre i paesi vicini del sud-est asiatico si accusavano a vicenda di aver sparato nel territorio dell’altro per il quinto giorno consecutivo.

I colloqui, ospitati lunedì dalla Malesia, hanno fatto seguito all’intervento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha dichiarato che avrebbe interrotto i negoziati commerciali con la Cambogia e la Thailandia se non avessero cessato i combattimenti. Trump ha annunciato il cessate il fuoco e la ripresa delle trattative commerciali:

Anwar Ibrahim, primo ministro della Malesia e presidente di turno dell’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico, che ha ospitato i colloqui per il cessate il fuoco, ha annunciato l’accordo a Kuala Lumpur, affiancato dai leader cambogiano e thailandese.

“Il primo ministro Hun Manet e il primo ministro ad interim Phumtham Wechayachai hanno espresso la loro posizione e la volontà di un cessate il fuoco immediato e di un ritorno alla normalità”, ha dichiarato in una conferenza stampa.

Ha aggiunto che Trump “è stato in contatto con i leader di entrambi i paesi, esortandoli a trovare una soluzione pacifica al loro conflitto”.

Il leader malese ha affermato che anche la Cina ha mantenuto “stretti contatti” con Cambogia, Thailandia e Malesia e che i paesi in guerra “condividono l’impegno per la pace, il dialogo e la stabilità regionale”.

Questa pericolosa crisi, che covava da tempo, almeno cessa di essere militare, ma ora spetterà ai diplomatici riuscire a raggiungere un accordo che definisca in modo defintivo un confino lasciato incerto dopo  la nascita della Cambogia moderna. Questa fase non sarà facile, ma almeno speriamo sia incruenta.

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