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Cattive notizie economiche? Ottime notizie per il debito USA. La Fed ora fa pesare più la crescita che l’inflazione
Le previsioni economiche negative, la disoccupazione in aumento e un’inflazione stabile spingono i mercati a scommettere sul taglio dei tassi d’interesse USA. Scopriamo perché il rischio di recessione sta prevalendo sull’allarme inflazione.

Le cattive notizie sono buone notizie per il debito pubblico, per lo meno negli USA, dove la Federal Reserve ancora deve tenere conto di fattori come disoccupazione e crescita economica.
Quindi se, come è successo recentemente, i dati economici non sono positivi: la disoccupazione cresce, i nuovi posti di lavoro latitano, insomma sembra che ci siano dei problemi in questo settore. Nel frattempo gli indici previsionali ISM non segnano un’espansione, anzi molti puntano alla recessione, anche se poi, almeno per ora, non ci sono stati disastri nell’economia reale.
Tutto questo sta portando ad un effetto positivo inaspettato: nonostante l’inflazione non sia in calo, a partire da settembre il rendimento dei titoli di stato è visto in calo.
Vediamo cosa sta accadendo anche grazie a Mishtalk:
Rendimenti dei titoli del Tesoro USA
Cosa è successo ai rendimenti dei titoli di stato USA nell’ultimo mese?
- Tra il 5 e il 21 agosto, i rendimenti dei titoli del Tesoro USA con durata pari o superiore a 2 anni hanno registrato un aumento generalizzato.
- Il periodo compreso tra il 21 agosto e il 2 settembre è stato molto doloroso per i detentori di titoli a 30 anni, ma favorevole per tutti gli altri.
- A partire dal 2 settembre, si è assistito a un rialzo generalizzato del mercato obbligazionario.
Il seguente grafico invece mette in evidenza le variazioni dei rendimenti dei titoli di stato USA per scadenza, a partire dal due settembre:
Questo calo ha una ragione molto semplice, per la verità: con previsioni ISM così negative e il lavoro che non cresce, tutti si aspettano un taglio dei tassi d’interesse USA a settembre e quindi comprano titoli di stato, facendo calare i rendimenti.
In questo momento il peso del rischio di una crescita economica debole o assente è superiore al rischio di una crscita dell’inflazione che, ad agosto è rimasta stabile, uguale a luglio, al 2,7%. Quindi la probabilità di taglio dei tassi si fa più viva. La Federal Reserve ha deciso che, alla fine, i posti di lavoro pesano di più di qualche decimo di punto percentuale.

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