Carrefour contro Suning (Inter) per la cessione della GDO in Cina

Carrefour si è buttata in una battaglia legale con il conglomerato cinese Suning per il pagamento di un accordo per l’acquisizione dei negozi del rivenditore francese in Cina, in forte crisi dopo che la pandemia ha distrutto l’attività nel paese.
Suning è stato condannato da un tribunale di Hong Kong a pagare a Carrefour più di 1 miliardo di renminbi (134 milioni di dollari) come parte di un accordo del 2019 per l’acquisto dei punti vendita cinesi del rivenditore alimentare francese, ha detto al Financial Times Matthieu Malige, direttore finanziario di Carrefour.

Suning, proprietario della squadra di calcio italiana Inter, sostenuta da Alibaba, ha acquistato una partecipazione dell’80% nelle attività cinesi di Carrefour nel 2019 per 4,8 miliardi di Rmb in un momento di euforia espansiva a debito.
Quando Carrefour ha esercitato l’opzione put concordata nell’accordo per vendere il restante 20% a Suning nel 2021, il gruppo cinese non è riuscito a pagare l’intero importo.

La catena francese ha inoltre rescisso l’accordo di licenza nella prima metà del 2023 che aveva consentito a Suning di gestire negozi sotto l’insegna Carrefour, ha affermato Malige. Interessi e altre sanzioni verranno aggiunti anche al circa 1 miliardo di Rmb che Suning deve a Carrefour, secondo una persona a conoscenza della questione.

Suning è uno dei numerosi conglomerati cinesi, tra cui l’investitore in debito in difficoltà China Huarong Asset Management, il gruppo immobiliare Evergrande e il gruppo Country Garden , che sta lottando per sostenersi finanziariamente dopo essere eccessivamente cresciuti a debito fra il 2010 e il 2020.

Un portavoce di Suning ha affermato di aver “sollevato obiezioni” alla sentenza di Hong Kong, aggiungendo che il gruppo ha “contemporaneamente intrapreso un’azione legale contro il gruppo Carrefour in merito alle perdite subite nel progetto di acquisizione di azioni a causa di questioni relative alla divulgazione di informazioni”.

Le perdite di Carrefour China erano aumentate durante la pandemia

La rete di negozi cinesi che Suning ha acquistato da Carrefour presenta perdite consistenti e si trova ad affrontare un’ondata di cause legali per non aver pagato i fornitori mentre chiude i punti vendita in tutto il paese. Nel secondo trimestre di quest’anno Suning ha chiuso 73 negozi, mentre il destino dei restanti 41 è incerto.

carrefour sembrava una delle catene meglio gestite in Cina, ma già prima della cessione nel 2019 aveva iniziato a patire la concorenza di catene locali, di altre catene internazionali e dell’e.commerce, da cui la decisione di concentrare i propri interessi e lasciare il mercato cinese.
Quindi la società ha trovato un acquirente in Suning, che era in balia delle spese dopo aver acquistato una partecipazione di maggioranza nell’Inter nel 2016, così come i grandi magazzini dal conglomerato immobiliare Wanda Group nel 2019, per diversificare la sua attività in difficoltà nel settore dell’elettronica.

però la Pandemia ha accelerato il mutamento delle abitudini di consumo e di acquisto. Inoltre la gestione Suning non deve essere stata particolarmente efficiente perché, comunque, la catena appena rilevata ha perso quote di mercato nei confronti dei concorrenti.

Entro la fine del 2022, Suning ha riportato perdite per 7,3 miliardi di Rmb da parte di Carrefour China dall’acquisizione. Nel frattempo, Pinduoduo, player dell’e-commerce di sconti, è cresciuto rapidamente grazie al successo del suo modello di shopping di gruppo, in cui gli acquirenti si riuniscono per acquistare articoli in grandi quantità.

Da maggio, i tribunali cinesi hanno emesso almeno 40 sentenze contro Carrefour China per mancato pagamento di fornitori e proprietari, mentre i clienti chiedono rimborsi sulle carte prepagate. Questo mostra le tensioni finanziarie della conglomerata. 

Il management di Suning ha affermato che sta lavorando per risollevare le sorti di Carrefour China chiudendo i negozi in perdita e migliorando l’efficienza della catena di fornitura. Ma gli analisti notano che il danno alla reputazione del marchio renderà tutto questo difficile.