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CARI “EUROPEISTI”, GIU’ LE MANI DA DANTE! (di Giuseppe PALMA)

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Martedì sera, mentre navigavo su internet per alcune ricerche, ho casualmente visionato questo comunicato:

DANTE ALIGHIERI ED IL SUO SOGNO D´EUROPA”: A MONACO LA CONFERENZA DI “PRO EUROPA UNA”MONACO\ aise\ – Se l´Europa vuole avere un futuro, deve ancorare nella mente degli individui i suoi valori culturali e storici e i modelli di comportamento virtuosi del suo passato. Parte da questo assunto Pro Europa Una, associazione presieduta a Monaco da Andrea Masciavè, che dedica una serata speciale al Sommo Poeta piú famoso d´Italia ed allo stesso tempo il piú importante del Medioevo europeo, Dante Alighieri, in occasione del 750° anniversario della nascita (1265-1321). L’evento si svolgerá venerdí 26 giugno, alle 17.00, presso l´Ufficio informazioni del Parlamento europeo a Monaco di Baviera (Bob-van-Benthem-Platz 1). Dopo il saluto del direttore Paul-Joachim Kubosch, Hellmuth Inderwies (Studiendirektor) terrá una conferenza sul tema: Dante Alighieri ed il suo sogno d´Europa(aise)http://www.aise.info/associazioni/dante-alighieri-ed-il-suo-sogno-deuropa-a-monaco-la-conferenza-di-pro-europa-una/40162/157.

 

Sono balzato dalla sedia!

Coloro che hanno l’abitudine di leggermi sanno che – oltre a scrivere di diritto, economia, politica e storia – sono anche un appassionato studioso di Dante e commentatore della Divina Commedia (a tal proposito ho scritto un saggio letterario intitolato “Dante Alighieri e la cultura dell’Amore […]”, GDS luglio 2010, più quattro speciali per Scenari Economici in occasione della prestigiosa ricorrenza del 750esimo anniversario della nascita del Sommo Poeta).

Quando ho letto il comunicato dell’associazione “Pro Europa Una” nel quale è riportato il titolo “Dante Alighieri ed il suo sogno d’Europa”, un brivido gelido mi è iniziato a scorrere dietro la schiena.

Premetto di non conoscere gli atti del convegno (non ho trovato alcun riscontro sul web) né posso sapere cosa si dirà il 26 giugno a Monaco di Baviera, ma è bene tuttavia puntualizzare alcuni aspetti:

 

  • se per Europa si intende l’attuale Unione Europea nata a Maastricht e consolidatasi a Lisbona, questa altro non è che un progetto di svuotamento delle democrazie costituzionali e dei diritti fondamentali sanciti nelle Costituzioni di ciascuno Stato membro;
  • questa Europa ha creato l’Euro, una moneta che ciascuno Stato che vi ha aderito è costretto ad andare a prendere in prestito dai mercati dei capitali privati (es. banche private) e ai quali va restituita gravata dagli interessi, i cui tassi sono stabiliti sulla base dell’affidabilità finanziaria di ciascuno Stato richiedente. E, nel momento in cui lo Stato deve restituire la moneta presa in prestito più gli interessi, la va a prendere dai cittadini attraverso l’aumento delle tasse, i tagli selvaggi allo Stato sociale, l’inasprimento dei sistemi di accertamento fiscale etc…;
  • questa Europa è quella dei cambi fissi tra l’Euro e ciascuna delle valute nazionali dei Paesi che hanno aderito alla moneta unica, con la conseguenza che per tornare ad essere competitivi, non potendo più ciascuno Stato dell’Eurozona far leva sulla svalutazione monetaria, è costretto a far leva sulla svalutazione del lavoro (riduzione dei salari, contrazione delle garanzie e dei diritti dei lavoratori, peggioramento della qualità occupazionale etc…);
  • questa Europa ha sottomesso il diritto e la politica all’economia e agli interessi dei mercati;
  • questa Europa – coperta formalmente da abiti sontuosi di ipocrisia, pace e solidarietà – nella sostanza persegue principalmente la tutela del capitale internazionale a scapito del lavoro, della democrazia costituzionale e dei diritti fondamentali;
  • questa Europa non è quella della reciproca mutualità, bensì quella del Fiscal Compact, della pretesa costituzionalizzazione del vincolo del pareggio di bilancio e dei cappi al collo dei fondi salva-Stati (oggi MES);
  • questa Europa è quella del rigido parametro del 3% del rapporto deficit/PIL che con il Fiscal Compact diventa dello 0,5% (praticamente zero!);
  • questa Europa è quella che fa morire la Grecia, subordinando briciole di prestiti a riforme totalmente contrarie alla democrazia e ai diritti del popolo greco;
  • questa Europa è quella che pone limiti assurdi alle attività produttive che mirano a distruggere i piccoli a vantaggio delle multinazionali;
  • questa Europa è quella che – attraverso appositi meccanismi elettorali – cerca di rendere inefficaci i processi democratici di formazione della volontà popolare, escludendo dall’ambito decisionale il frutto della rappresentanza democratica.

 

Quanto sopra evidenziato è avvenuto per mano non solo delle Istituzioni europee e dei suoi tecnocrati, ma soprattutto dei Governi e Parlamenti degli Stati membri che hanno posto in essere tutte le misure necessarie per la realizzazione del crimine europeo ai danni delle Costituzioni nazionali, quindi dei diritti fondamentali e della democrazia.

 

Ciò detto, ricordo che Dante collocava i TRADITORI DELLA PATRIA nel nono cerchio dell’Inferno, nella IIa zona concentrica (Antenòra) del lago del Cocito, immersi nel ghiaccio fino alla testa e con il viso rivolto verso l’alto. Considerato che in vita furono freddi, duri e spietati al punto da tradire le persone legate dal vincolo di fiducia, ora sono sprofondati nel ghiaccio gelido provocato dalle ali di Lucifero.

Verso la fine del XXXIIesimo Canto dell’Inferno (vv. 124-129) il Sommo Poeta scorge due dannati immersi parzialmente nel ghiaccio nella stessa buca, uno dei quali addenta la nuca dell’altro. Si tratta del conte Ugolino della Gherardesca e dell’arcivescovo Ruggieri di Pisa:

 

 

Noi eravam partiti già da ello,

ch’io vidi due ghiacciati in una buca,

sì che l’un capo a l’altro era cappello;

 

e come ‘l pan per fame si manduca,
così ‘l sovran li denti a l’altro pose
là ‘ve ‘l cervel s’aggiugne con la nuca:

 

ma è nel XXXIIIesimo Canto che il Poeta narra – seppur in parte – la vicenda del Conte Ugolino. E il Canto inizia così (vv. 1-3):

 

 

La bocca sollevò dal fiero pasto
quel peccator, forbendola a’ capelli
del capo ch’elli avea di retro guasto
” […]

 

Ciò premesso, il mio appello è quello di NON STRUMENTALIZZARE DANTE per il favore di questa Europa, nata per mano dei TRADITORI DELLA PATRIA che il Sommo Poeta colloca appunto all’Inferno e ai quali riserva una pena eterna durissima.

 

Ma v’è di più.

Nel DE MONARCHIA, opera scritta in latino tra il 1312 e il 1313, Dante affronta questioni politiche che non possono in alcun modo collocarsi in un’idea – seppur astratta – di un’Europa unita così come l’abbiamo conosciuta noi contemporanei da Maastricht in avanti. Se si tentasse questo folle esperimento, si tradirebbe la memoria stessa del Sommo Poeta. Nel I° libro Dante dimostra, sì, la necessità d’avere un unico Monarca, ma argomenta questa conclusione – sulla base di una concezione teologica – che l’Uno corrisponde al Bene mentre la molteplicità corrisponde al male. Tuttavia, nel II° libro, Dante scrive della maestà imperiale riferita al popolo romano che ne sarebbe stato il legittimo depositario in virtù del fatto che esso avrebbe realizzato il disegno di Dio, e ciò sarebbe dimostrato dal fatto che Roma fosse la sede designata per la maestà imperiale in quanto sottomise il mondo per il bene universale ma secondo diritto. Nel III° libro, infine, il Poeta affronta la teoresi dell’autorità e del potere, secondo la quale ogni autorità – discendendo da Dio – è rappresentata dalla virtù che nasce dal contesto dell’ordine naturale stabilito dal Creatore. Ciò detto, tentare di forzare i contenuti del De Monarchia per trovare una leva che giustifichi la bontà dell’attuale disegno europeo – o peggio ancora che giustifichi la vulgata del “più Europa” -, sarebbe un esperimento davvero inaccettabile!

 

Alla luce di tutto quanto premesso, non tirate Dante per la giacca al fine di favorire l’idea ipocrita di una unità europea sostanzialmente inesistente… questa Unione Europea, come ho già evidenziato nei 10 punti di cui sopra, nasce male e per mano dei traditori della Patria a danno dei popoli, dei loro diritti e delle Costituzioni nazionali frutto di secoli di lotte, guerre e sofferenze!

Se Dante fosse vissuto ai giorni nostri, molto probabilmente avrebbe collocato i fondatori di questa Unione Europea (italiani e non) tra i traditori della Patria, quindi all’Inferno!

Con buona pace dei falsi europeisti.

 

Giuseppe PALMA


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