La crisi sta iniziando a colpire anche colossi che , fino a ieri , sembravano inattaccabili. La Volkswagen è scossa da uno scontro fra il Comitato di Controllo e l’amministratore delegato Herbert Diess. In Germania le società quotate sono guidate con il cosiddetto “Sistema duale”; in cui un Comitato di controllo affianca il Consiglio di amministrazione lo controlla e ne condiziona le decisioni strategiche di lungo periodo. La VW sta avendo dei problemi piuttosto seri in Germania per il combinarsi di transazione verde, con l’abbandono del diesel e dei carburanti tradizionali, crisi Covid e sviluppo di nuove tecnologie. Questo ha portato a delle critiche dell’operato di Diess da parte del Comitato di Controllo rese pubbliche. Diess non ha preso bene la cosa e durante una conferenza a cui partecipavano 3400 manager e dirigenti della VW ha attaccato direttamente il Comitato di Controllo che “Indebolisce la gestione dell’azienda”.
Apriti Cielo! Il comitato di controllo rappresenta i principali azionisti (in questo caso le famiglie Porsche Potsch e Weill) ed i lavoratori con i consigli di fabbrica. Diess è stato obbligato a presentare immediatamente le sue scuse per salvare il posto, ma la rottura è evidente e basata anche su problemi immediati ed oggettivi: i modelli Golf 8 e ID.3, su cui si basa il rilancio della società di Wolfsburg, hanno dei grossi problemi di sviluppo e non hanno raggiunto gli standard previsti. Inoltre la produzione a Wolfsburg è ben lontana dagli anni scorsi e dai massimi storici.
I litigi alla direzione della VW stanno diventando sempre più frequenti e sono un evidente dimostrazioni di grosse difficoltà per la società automobilistica. Troppe sfide, troppo concentrate, mostrano i limiti del management. Diess, 61 anni, ha per ora salvato il posto di CEO; ma ha dovuto lasciare la direzione del marchio VW a Ralf Brandstätter. Un indebolimento che sembra preparare la strada ad una definitiva dismissione.
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