Attualità
Caos in Nuova Caledonia: nichel alle stelle, mercato globale in allarme
La Nuova Caledonia è uno dei principali produttori mondiali di Nichel e le rivolte, non ancora risolte, stanno facendo impennare il prezzo del metallo
La rivolta antifrancese nella Nuova Caledonia sta avendo delle conseguenze anche economiche, mentre la situazione dell’ordine pubblico non si è ancora risolta nella regione.
L’arcipelago è uno dei grandi produttori mondiali di nichel e questo sta avendo un effetto sul prezzo di questo metallo, necessario per la produzione delle leghe inossidabili. I prezzi sono balzati ai livelli più altimi degli ultimi 9 mesi, come nota anche in Financial Times
I contratti futures per il nichel, che è un elemento cruciale per le batterie dei veicoli elettrici e per la produzione di acciaio, sono balzati di quasi il 7 percento al London Metal Exchange, raggiungendo i 21.150 dollari a tonnellata, prima di scendere leggermente per poi risalire del 5 percento.
L’impennata dei prezzi di venerdì ha coinciso con la pubblicazione di un rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia, un organo di controllo per i Paesi più ricchi del mondo, che ha previsto una forte domanda di nichel e di altri minerali critici per la transizione verso un’energia più pulita.
I prezzi sono aumentati dopo che le proteste a favore dell’indipendenza in Nuova Caledonia, un gruppo di isole tra le Figi e l’Australia, hanno causato almeno quattro morti. Il Presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato lo stato di emergenza nel territorio, che produce circa il 6 percento della produzione globale di nichel.
I prezzi del nichel erano scesi di circa il 32% da circa 31.000 dollari all’inizio del 2023, poiché l’Indonesia, il maggior produttore, ha aumentato l’offerta e la domanda si è indebolita a causa di vendite di veicoli elettrici più deboli del previsto.
Fino a ieri l’offerta era più forte della domanda, nonostante lo sviluppo di quella delle batterie, ma il mercato è stato colto di sorpresa dalle rivolte nell’arcipelago francese, che risulta essere il fornitore del 7% del nichle mondiale
I prezzi bassi avevano fatto calare gli investimenti e quindi la produzione futura prevista. Ora la crisi che ha fatto proclamare lo stato d’emergenza nell’arcipelago è giunta quando anche le esportazioni russe hanno dei problemi a causa delle sanzioni e il mercato inizia a richiedere un po’ più di metallo per le batteire e i pannelli solari. Quindi il prezzo è salito sensibilmente dai minimi.
L’ordine pubblico non è stato restaurato
Intanto in Nuova Caledonia la situazione resta tesa e l’ordine pubblico è lontano dall’essere completamente restabilito. I rivoltosi Kanak hanno stabilito numerosi posti di blocco e barricate attraverso i quali filtrano chi può passare e chi no.
Nonostante lo stato d’emergenza l’Isola è bloccata e un’operazione massiccia, con l’utilizzo di centinaia di forze dell’ordine, è in corso per riprendere il controllo della capitale Noumea e del territorio per un raggio di almeno 60 km attorno alla città.
Intanto l’aeroporto è chiuso e migliaia di turiapeesti sono bloccati perché non possono lasciare il paese o sono impossibilità dall’abbandonare le strutture turistiche in cui si trovano. Il danno, in generale, è notevole.
Nel frattempo il ministro degli interni non riesce a trovare grosse soluzioni, se non quella di dare la colpa all’Azerbaigian e alla Cina per queste manifestazioni, ma alla base c’è stata una decisione improvvida da parte del governo Macron e Attal sulla riforma elettorale.
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