Seguici su

Economia

Milano: lo scandalo mette a rischio casa e soldi di 140 mila residenti

Un’inchiesta scuote l’edilizia di Milano: 140.000 residenti in un limbo per irregolarità formali. Ora o si cerca una chiarificazione legislativa o sarà un disastro

Pubblicato

il

Milano, la celebrata locomotiva economica d’Italia, si trova impantanata in una crisi urbana senza precedenti che rischia di incrinarne l’immagine dinamica.

La stima, lanciata come un sasso nello stagno da Federico Filippo Oriana, presidente di Aspesi Unione Immobiliare in un’intervista su Liberoquotidiano, è allarmante: circa 140.000 residenti potrebbero essere coinvolti in una vasta rete di irregolarità edilizie. Questa cifra, che rappresenta oltre il 10% della popolazione milanese, svela una profonda frattura nel modello di sviluppo della città e getta un’ombra sinistra sul futuro di migliaia di famiglie.

L’indagine della Procura di Milano ha scoperchiato quello che viene definito un “sistema edilizio deviato”. Secondo l’accusa, architetti e costruttori avrebbero beneficiato di “incrementi esponenziali e ingiustificati di incarichi e fatturato”, grazie alla presunta complicità di membri influenti della Commissione per il Paesaggio. Questi avrebbero fornito “falsi ideologici” o “consulenze a domicilio” per aggirare le norme. Esempi come l'”Hidden Garden” in Piazza Aspromonte, con altezze più che doppie rispetto ai limiti, sono emblematici: cortili riclassificati come “spazi interni residuali” per sfruttare interpretazioni creative delle leggi.

La stima di Oriana parte da dati concreti: 1.625 appartamenti ufficialmente bloccati, un numero che potrebbe salire a 4.500 considerando i progetti acquistati “sulla carta” e mai partiti. Ma lo scenario si fa apocalittico se, come ipotizza il presidente di Aspesi, si applicasse retroattivamente l’inchiesta a tutte le costruzioni degli ultimi 11 anni: altri 50.000 appartamenti potrebbero risultare irregolari. Moltiplicando questo numero per il tasso di occupazione medio di 2,7 abitanti per casa, si arriva alla drammatica cifra di 140.000 persone intrappolate in un limbo legale.

Le conseguenze per i cittadini sono devastanti. Famiglie che hanno investito i risparmi di una vita si trovano con le proprietà bloccate o sotto sequestro. Chi ha versato ingenti caparre per case solo progettate vede i propri sogni svanire a tempo indeterminato. Questa incertezza alimenta una profonda crisi sociale in una città, un tempo interclassista, ora sempre più “per pochi”, dove il costo della vita espelle la classe media verso periferie remote.

La battaglia legale è un caos di sentenze contraddittorie. Mentre la Procura di Milano, guidata da Tiziana Siciliano, procede con fermezza e la Corte di Cassazione ha stabilito regole più severe per gli edifici sopra i 25 metri, il Tar della Lombardia e persino la Corte Costituzionale hanno emesso pareri divergenti, alimentando la paralisi del settore.

Panoramica artistica di Milano, con il 10% di immobili potenzialmente irregolari

Emerge però un paradosso tutto italiano. I critici sottolineano come lo zelo giudiziario milanese appaia sproporzionato. Secondo i dati di settore, mentre a Milano meno del 2% delle costruzioni è considerato abusivo in senso classico, in regioni come la Campania si costruiscono illegalmente quasi 49 case ogni 100 autorizzate. Questa disparità è ancora più evidente nei dati sulle demolizioni: la Lombardia esegue oltre il 37% degli ordini di abbattimento, una percentuale altissima se confrontata con il 13,1% della Campania o il 12,2% di Roma. A Milano si persegue con rigore la presunta irregolarità formale di progetti autorizzati, mentre altrove l’illegalità palese viene ampiamente tollerata.

L’amministrazione del sindaco Beppe Sala, sostenuta dal Partito Democratico (Pd), è accusata di “complicità” politica, per aver avallato un modello che tentava di conciliare “i sostenitori di Greta Thunberg con i soldi del fondo del Qatar”. La vastità del problema è tale che ormai si invoca una soluzione legislativa nazionale, riconoscendo che la crisi milanese è il sintomo di un male più profondo che richiede trasparenza, legalità e una visione urbana che metta i cittadini al primo posto, ma appare curioso che ora sia proprio una giunta di sinistra a chiedere un condono edilizio. 


Telegram
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

⇒ Iscrivetevi subito


E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento