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Economia

La Cina perde terreno nel settore navale: le sanzioni USA iniziano a colpire, spingendo i concorrenti

Il dominio della Cina nella cantieristica navale vacilla: ordini in calo del 68% per le sanzioni USA. Chi se ne avvantaggia? Sicuramente la Corea del Sud, ma anche gli italiani, con Fincantieri, possono migliorare la propria posizione internazionale.

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La supremazia della Cina nella cantieristica navale globale sembra vacillare. Secondo i dati più recenti di Clarksons Research, nei primi sei mesi del 2025 gli ordini di nuove navi nei cantieri cinesi sono crollati del 68% rispetto all’anno precedente, attestandosi a 26,3 milioni di tonnellate di stazza lorda.

Questo calo segna un cambiamento significativo per un Paese che da anni domina il settore, ma che ora deve affrontare le conseguenze delle sanzioni USA e un rallentamento della domanda globale.

La Cina, leader indiscusso della cantieristica mondiale, ha visto la sua quota di nuovi ordini globali scendere dal 75% del 2024 al 56% nel primo semestre del 2025. Al contrario, la Corea del Sud, seconda potenza del settore, ha registrato un calo più contenuto (-7%), con ordini per 14,2 milioni di tonnellate, aumentando la sua quota dal 14% al 30%. Questo spostamento evidenzia come le misure restrittive adottate dagli Stati Uniti stiano iniziando a incidere sul mercato cinese, favorendo i concorrenti.

Sanzioni USA: un duro colpo per la Cina

Le sanzioni statunitensi, annunciate nell’aprile 2025, prevedono tasse elevate per le navi costruite, possedute o operate da aziende cinesi che approdano nei porti USA. Ad esempio, a partire dal 14 ottobre 2025, le navi cinesi pagheranno 50 dollari per tonnellata, con tariffe destinate ad aumentare progressivamente fino a 140 dollari entro il 2028.

Tasse USA previste sulle navi made in China o sotto gestione cinese

Anche le attrezzature navali cinesi, come le gru da banchina, sono soggette a dazi elevati. Queste misure hanno generato proteste nel settore, ma stanno già riducendo la competitività dei cantieri cinesi.

Han Ning, responsabile della piattaforma di offerte navali SHIPBID a Singapore, ha sottolineato che il calo degli ordini è in gran parte attribuibile alle preoccupazioni degli armatori globali per le restrizioni USA. Non solo la costruzione di nuove navi, ma anche la riparazione e manutenzione di navi cisterna di grandi dimensioni (VLCC) hanno subito un calo: la quota di mercato cinese in questo segmento è scesa dal 70% (2021-2024) al 50% nel 2025.

Domanda globale in calo e competizione

Oltre alle sanzioni, il declino della Cina è legato a un rallentamento ciclico della domanda globale. Secondo Ralph Leszczynski, responsabile della ricerca presso Banchero Costa, nei periodi di alta domanda (2021-2024), gli ordini eccedenti la capacità limitata di Corea del Sud e Giappone si riversavano sui cantieri cinesi, più flessibili. Nel 2025, però, il calo degli ordini ha ridotto questo effetto, con gli armatori che preferiscono navi sudcoreane o giapponesi, più apprezzate sul mercato dell’usato.I grandi cantieri cinesi, ben consolidati, sembrano resistere, ma i cantieri privati più piccoli potrebbero soffrire, soprattutto quelli con una minore esperienza.  Attualmente, le navi costruite in Cina rappresentano il 23% della flotta globale in servizio.

Opportunità per la Corea del Sud

Le difficoltà della Cina rappresentano un’opportunità per la Corea del Sud, che sta rafforzando la cooperazione con gli Stati Uniti. Con la cantieristica americana praticamente inesistente, grandi aziende sudcoreane come Hyundai Heavy Industries (HHI) e Hanwha Ocean stanno entrando nel mercato USA, partecipando a gare per la manutenzione e riparazione di navi della Marina statunitense.

Cantieri navali cinesi a Shanghai

Ad aprile, HHI ha siglato un accordo con Huntington Ingalls Industries, il principale costruttore navale militare USA, per condividere tecnologie e competenze.I

l presidente sudcoreano Lee Jae-myung, in carica da un mese, ha dichiarato a marzo che la cooperazione con gli USA nel settore navale si sta intensificando, nonostante le tensioni commerciali. Lee ha promesso di trasformare la Corea del Sud in una “potenza marittima globale”, andando oltre la sola cantieristica.

Anche Fincantieri, che possiede già cantieri negli USA, può approffittare di questa situazione internazionale, partecipando allo sforzo per il rientro delle costruzioni navali dalla Cina agli USA, soprattutto concentrandosi sin  settori specializzati.


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