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CADE UN PILASTRO FINANZIARO AL RECOVERY FUND. Gli USA bloccano i colloqui sulla Digital Tax

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La prima colonna della prevista copertura del Recovery Fund, cioè la “Digital tax” sui giganti del web rischia di andarsene, almeno che non si voglia entrare in una guerra commerciale con il nostro principale cliente mondiale, gli USA:  infatti  Stati Uniti hanno sospeso i colloqui con i paesi europei per un nuovo quadro fiscale globale per società tecnologiche, come Google, Facebook e Alphabet , secondo quanto riportato da Financial Times.

Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Steven Mnuchin ha scritto una secca lettera a quattro ministri delle finanze europei avvertendoli che le discussioni avevano raggiunto un “punto morto”. Inoltre ha affermato che gli  Stati Uniti che non potrei essere d’accordo su modifiche temporanee alla legge fiscale globale che potrebbero colpire le grandi aziende tecnologiche , che hanno quasi per il totale sede negli USA.

Mnuchin ha inoltre avvisato  che se le nazioni europee   volessero provare ad  applicare la propria imposta digitale contro le società tecnologiche statunitensi, non esiterebbe a rispondere con l’applicazione di sanzioni commerciali di risposta. Quindi questa strada per incrementare le entrare della commissione, così come stabilito dalla Commissione, si sta rivelando un vicolo cieco. Del resto perchè gli USA dovrebbero lasciar tassare delle proprie società quando possono comodamente eludere il sistema di tassazione europeo e fare quello che vogliono? Se va bene verseranno qualcosa in più di tasse a Washington, se va male comunque verseranno dei dividendi più polposi che andranno soprattutto nelle tasche di cittadini americani.

Tolta questa strada, almeno per ora, alla Von Der Leyen non resta che la tassazione diretta dei cittadini europei, sia tramite il prelievo IVA, sia tramite le tasse e tassette ecologiche, sia tramite i dazi alla frontiera comunque pagati da maggiori prezzi per i cittadini europei.


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