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Caccia MiG-31 sarebbero entrati nello spazio aereo estone, la NATO fa decollare gli F-35

Caccia russi armati di missili ipersonici sfidano i cieli NATO. Una serie di provocazioni che dall’Estonia alla Polonia mette alla prova i riflessi dell’Alleanza e innesca nuove sanzioni da parte dell’UE.

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La tensione lungo il confine orientale della NATO sembra aver registrato un nuovo picco. Secondo notizie di stampa, tre caccia russi sarebbero entrati nello spazio aereo estone venerdì, in quella che appare come una delle più significative provocazioni degli ultimi tempi.

I velivoli in questione sarebbero dei MiG-31, intercettori pesanti noti per la loro capacità di trasportare i mmissili ipersonici Kinzhal, ma anche aerei con 43 anni di storia alle spalle. Stando alle prime indiscrezioni, i jet si sarebbero diretti verso la capitale, Tallinn, rimanendo nello spazio aereo dell’alleanza per circa 12 minuti, a 9 km dalla capitale circuitando.

rotta dei MiG 31

Un tempo non trascurabile, che ha richiesto una risposta dagli aerei da caccia NATO. A decollare per intercettare e respingere gli intrusi sono stati caccia F-35 italiani, attualmente dispiegati nell’ambito delle missioni di Air Policing della NATO. In questo caso non si è trattato di un incontro durante i normali pattugliamenti del Baltico, ma un vero scramble, un’intercettazione su chiamata.

Il ministro degli Esteri estone, Margus Tsahkna, ha usato parole dure, definendo l’accaduto “una brutalità senza precedenti” e sottolineando come sia la quarta violazione dello spazio aereo del suo paese da parte russa quest’anno. “La crescente aggressività e la continua messa alla prova dei nostri confini da parte della Russia,” ha dichiarato, “devono ricevere una risposta con un rapido rafforzamento della pressione politica ed economica”.

F-35 italiano in policing, ripreso da aereo russo

Un caso?

L’incidente estone, di cui deve essere verificata la reale portata, in attesa di una comunicazione ufficiale dell’AMI che chiarisca il fatto, avviene dopo  alcuni eventi, da chiarire, che hanno aumentato la tensione:

  • Polonia: Varsavia ha denunciato l’incursione di oltre una dozzina di droni russi, alcuni dei quali diretti verso l’hub strategico di Rzeszów, fondamentale per il transito degli aiuti all’Ucraina. Le forze polacche, supportate da alleati NATO, ne hanno abbattuti diversi. L’incidente è stato così serio da spingere la Polonia a invocare l’Articolo 4 del Trattato NATO, che prevede consultazioni tra gli alleati quando l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti sono minacciate, ma non è chiaro chi e come abbia lanciato questi droni.
  • Romania: Anche Bucarest ha dovuto fare i conti con ripetute violazioni. A metà settembre, un drone è stato tracciato per quasi 50 minuti nel suo spazio aereo. Inoltre, frammenti di droni e missili, residuati dagli attacchi russi ai porti ucraini sul Danubio, sono caduti più volte sul territorio rumeno.

Una risposta alle ennesime sanzioni UE?

La Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, annunciando un nuovo pacchetto di sanzioni contro il settore energetico e finanziario russo, ha deplorato esplicitamente le recenti violazioni. Questo curioso evento , se verificato, potrebbe essere visto come una risposta alle sanzioni, oppure potrebbe essere un test di efficienza sulla risposta nato in caso di incursioni.

Un missile Khinzal, con la gittata di 2000 km, non necessitava la violazione dello spazio aereo estone per essere lanciato.

Mig 31 con missile Kinzhal

Domande e Risposte sull’articolo

1) Perché la Russia compirebbe azioni di questo tipo, rischiando un confronto diretto con la NATO?

Queste azioni rientrano in una strategia di “guerra ibrida”. Gli obiettivi sono molteplici: testare i tempi di reazione e le procedure di difesa aerea della NATO; creare un clima di tensione costante per logorare politicamente gli avversari; inviare un messaggio di forza e capacità militare, mostrando velivoli avanzati come i MiG-31; e, infine, saggiare la coesione politica dell’Alleanza, osservando come i diversi membri reagiscono a minacce dirette. Non si tratta di cercare lo scontro aperto, ma di operare in una “zona grigia” per ottenere vantaggi strategici senza superare la soglia del conflitto conclamato.

2) Cosa significa concretamente l’invocazione dell’Articolo 4 da parte della Polonia?

L’Articolo 4 del Trattato Nord Atlantico è uno strumento di consultazione, non di difesa collettiva come il più noto Articolo 5. Quando un paese membro ritiene che la sua sicurezza o integrità territoriale sia minacciata, può richiederne l’attivazione. Questo fa sì che tutti i 32 alleati si riuniscano formalmente per discutere la minaccia e decidere una linea d’azione comune. È un passo politico e diplomatico molto serio, che segnala all’avversario che l’intera Alleanza sta prendendo in considerazione la questione. È stato invocato diverse volte nella storia della NATO, soprattutto da paesi come la Turchia e, più recentemente, quelli del fianco est.

3) Qual è il ruolo specifico degli F-35 italiani in Estonia?

L’Italia partecipa attivamente alle missioni di NATO Air Policing, che prevedono il dispiegamento a rotazione di caccia dei paesi membri per proteggere lo spazio aereo degli alleati che non dispongono di una propria aeronautica militare adeguata, come i Paesi Baltici (Estonia, Lettonia, Lituania). In questo contesto, i caccia F-35 italiani sono di stanza presso la base aerea di Ämari, in Estonia. Il loro compito è garantire una sorveglianza 24/7 e decollare su allarme (scramble) per identificare e intercettare qualsiasi velivolo non identificato o ostile che si avvicini o violi lo spazio aereo protetto dalla NATO.

E tu cosa ne pensi?

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