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BYE BYE RECOVERY FUND: IL GOVERNO FINLANDESE DICE NO. I democristiani piuttosto lasciano l’euro

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In Italia non lo dicono, ma…. il Recovery Fund, o Next Generation Fund, nella sua forma attuale è defunto ancora prima di nascere. A mettere lo stop non sono stati i tedeschi, ma i finlandesi. Il governo di Helsinki si unisce ufficialmente ai “Quattro austeri”, anzi perfino li anticipa, affermando che il Recovery nella sua forma attuale di “Grant ” e “Prestiti” non è  accettabile, anche per quanto riguarda i principi che lo devono guidare.

I Finlandesi hanno, per mezzo del loro primo ministro, la signora Sanna Marin, che il Recovery Fund non è accettabile prima di tutto per le condizionalità troppo “Morbide”, quindi perchè ogni paese deve prendersi la responsabilità del proprio debito.

Il primo punto ha come effetto che gli investimenti del Recovery Find non devono SOLO essere limitati al campo dell’Economia Verde e della Digitalizzazione , MA ANCHE il miglioramento competitivo e la convergenza. Questo insieme di limiti a crescere rende molto più difficile l’utilizzo del fondo perchè le condizioni diventano molteplici e stringenti: perchè un progetto sia approvato bisogna dimostrare che “Migliori la coesione e la competitività” il che, nei confronti dei progetti verdi, diventa una sorta di “Probatio diabolica” Alla fine si lascerà all’arbitrarietà della commissione decidere quale progetto sia “Verde (o digitale), ed incrementativo della concorrenza e della convergenza”.

Il secondo punto è ancora più scottante perchè pone forti limiti ai contributi a fondo perduto, i cosiddetti “Grant”. Il primo ministro ha detto chiaramente che “I Finlandesi pagano i loro debiti”, spingendo quindi per la sola forma di finanziamento. La frase suona abbastanza insultante per gli altri paesi europei, Italia in testa, che i propri debiti li hanno, anch’essi, sempre pagati.

Ci sono ora 5 paesi “Austeri” che NON  vogliono i grant a fondo perduto: Paesi Bassi, Danimarca, Austria, Svezia e Finlandia, quindi l’opposizione è piuttosto numerosa e difficilmente il piano, così come prodotto dalla Commissione, potrà passare attraverso il Consiglio. Ad essere ottimisti uscirà molto ridotto, se non annullato, sulle parti a fondo perduto ed ancora meno utile di quanto non fosse prima.

Il tema ha scaldato il mondo politico finlandese tanto che il partito Democratico Cristiano di opposizione ha minacciato di appoggiare l’uscita dall’euro in caso di approvazione.


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