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“Buongiorno, lei è deceduta di COVID, a sua insaputa”. Poi fidatevi dei dati giornalieri

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Un caso, per fortuna divertente, narrato a Radioradio ci spiega quanto bene funzionino le banche dati del covid-19 e dei morti giornalieri. La signora di cui leggete le vicende sicuramente compariva nelle liste dei morti giornalieri ed avrà allargato la pressione per le chiusure, per i lockdown, etc

“Innanzitutto io e la mia compagna siamo venuti fuori dal Covid e vorrei rassicurare avendo il massimo rispetto per tutte le persone che sono decedute che noi lo abbiamo passato con un piede solo, nel senso che a 37,5°C noi maschietti abbiamo la caratteristica di soffrire molto le influenze (in passato le mie influenze erano dilanianti) e questa a 38°C per me è stata una passeggiata di salute.

La storia La mia compagna va a fare il tampone, contatta il suo medico perché in quanto occupata ha bisogno di chiedere i giorni di permesso ulteriore per la malattia, ma il medico non la trova più sulla sua banca dati. “C’è tuo padre, c’è tuo fratello, c’è tuo nipote ma tu non risulti più presente”, le dice. Dopo 20 minuti la richiama e con una certa dose di allegria e col sorriso, il medico le comunica che lei è deceduta. Lei lo ha poi detto a me e ci siamo fatti una risata”.

“Mi chiedo allora se può essere plausibile il concetto per cui una persona nottetempo prende qualcuno che risulta nella banca dati del servizio sanitario come malato Covid e non lo faccia morire per qualche ora per poi farlo tornare in vita con un semplice clic. Questa persona non se ne accorgerebbe mai. Sostanzialmente mi terrorizza l’idea che possa esserci un percorso per cui si tengono alti i dati dei morti che morti non sono, per poi giustificare tutte queste chiusure“.


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