Attualità
Brutte sorprese dalla Cina: stagflazione alle stelle
Le previsioni del PIL cinese engono tagliate senza pietà da tutte le banche, nell’ottica di un rallentamento globale e di nuovi focolai di variante Delta Ultima a vedere questi tagli è stata Goldman che ha tagliato le previsioni del PIL reale del terzo trimestre dal 3,5% al 2,3% trim/trim (vs. 5,8% in precedenza) e l’intero anno Previsione del PIL all’8,3% su base annua (rispetto all’8,6% precedente) poiché la banca ha “iniziato a vedere un indebolimento dei dati aggregati nazionali”.
Di fronte a questi dati ci sarebbe da aspettarsi un abbassamento dell’inflazione, invece l’Indice dei costi al consumo che è leggermente scesa, mentre quella dei costi alla produzione ha visto il proprio maggior valore dal 2008.
Ecco i numeri chiave:
- Indice dei costi al consumo : +1,0% a/a e +5,3% su base mensile annualizzato a luglio, in calo dall’1,1% a/a di giugno ma più elevato rispetto alle prvisioni di di Bloomberg: +0,8%
- Alimentare: -3,7% a/a a luglio vs. -1,7% a/a a giugno.
- Non alimentare: +2,1% a/a a luglio vs. +1,7% a/a a giugno.
- Indice dei costi alla produzione: +9,0% a/a a luglio e +9,7% a/a annualizzato, superiore al +8,8% a/a di giugno e superiori alle previsioni di Bloomberg: +8,8% a/a;
Ad abbassare l’indice dei costi al consumo sono stati gli alimentari scena a -3,7% a/a a luglio dal -1,7% a/a di giugno. La deflazione dei prezzi della carne suina è aumentata a -43,5% a/a a luglio da -36,5% a/a a giugno, sebbene il calo sequenziale sia moderato. L’inflazione nelle verdure fresche è scesa a -4,0% a/a a luglio da +0,1% a/a di giugno, principalmente su una base alta. Al contrario, l’inflazione nella frutta fresca è salita al 5,2% a/a a luglio (contro il 3,1% di giugno) con una crescita sequenziale notevolmente accelerata.
L’inflazione sui prodotti non alimentari è salita a +2,1% anno su anno a luglio da +1,7% anno su anno a giugno. I costi del carburante sono aumentati del 24,7% a/a a luglio, dal +23,6% a/a di giugno. L’inflazione core IPC (IPC headline esclusi alimentari ed energia) è salita a +1,3% a/a a luglio (vs. +0,9% a giugno), con l’inflazione nei servizi fino a +1,6% a/a a luglio (vs. 1,0% a giugno).
Quindi se l’inflazione in generale è sotto controllo per il calo dei prezzi della carne, legato soprattutto alla fine dell’epidemia d’influenza suina che li aveva fatti esplodere degli ultimi due anni, quello dei prezzi industriali è sempre molto alto per un mix di prezzi energetici altissimi e di problemi della catena logistica. Le aziende cinesi saranno costrette a contenere i margini per rimanere sul mercato. Questa operazione può funzionare per un po’ , ma prima o poi o aumenteranno i propri prezzi, portando direttamente alla stagflazione, oppure chiuderanno.
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