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BREXIT: CONFRONTO FRA DATI E PINZILLACCHERE (di Giuseppe Drago)

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brexit umbrella

Il pessimo articolo de Linkiesta sui risultati continua a suscitare reazioni fra i nostri lettori. Le fandonie iniziano a stancare. Oggi una risposta di Giuseppe Drago.

 

 

Rispondendo alla signora Sgamotta de “Linkiesta”, si vuole sottolineare l’allarmismo prodotto dal suo scritto, senza peraltro essere supportato da dati. Si vogliono così evidenziare le conseguenze della Brexit ed i suoi infausti scenari futuri.

Si parla di aumento dello 0,6% dell’inflazione, facendo credere, così come fece il Corriere a suo tempo, che si tratti di una impennata tutta insieme e tutta di colpo, dal novembre 2014 ad oggi. Bene, i dati ci dicono invece che

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il tasso di inflazione post Brexit è passato dallo 0,5% allo 0,6%, con un incremento dello 0,1%, e non come scritto dello 0,6% tutto insieme causa brexit.

Si evoca anche uno scenario di recessione parlando di crescita lenta o pari a zero, sempre evitando di citare fonti. Il dato reale ci dice invece che si è passati da una stima di crescita al +2% ad una al +2,2%, facendo registrare un incremento del + 0,2%.

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Parallelamente nel magnifico mondo dell’€uro, in Italia i dati ci dicono questo:

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Siamo piantati allo 0%!!!! Rispetto al trimestre precedente siamo cresciuti ZERO.

Ci dicono che la disoccupazione aumenta? Peccato che i dati….

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e l’occupazione? Sempre i dati ci dicono che…

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e nel magico mondo di €urolandia, nello specifico a casa nostra cosa succede?

Succede che a noi servirebbe come l’ossigeno una leggera botta d’inflazione, tra l’altro obiettivo principale BCE sarebbe il 2%, ma noi ci troviamo qui:

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siamo in DEFLAZIONE!

E la DISOCCUPAZIONE ? siamo sempre QUI:

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ed i sudditi di HER MAJESTY ? Qui:

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Tra un bel 4,9% ed un 11% abbondante ed in crescita, credo che la scelta non sia difficile.

I dati ci sono, le chiacchiere pure. A voi la scelta.

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