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Energia

BP: addio sogni verdi? Un investimento da 5 Miliardi nel petrolio del Golfo del Messico (o d’A merica)

BP scommette ancora sul petrolio: via libera a un mega-progetto da 5 miliardi di dollari nel Golfo del Messico. La mossa fa parte di una nuova strategia che privilegia il fossile e prevede una domanda di greggio in crescita fino al 2030.

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Mentre il dibattito pubblico e politico si concentra sulla transizione energetica e sull’abbandono, talvolta frettoloso, delle fonti fossili, i giganti del settore sembrano muoversi su un binario parallelo, quello del pragmatismo economico e della sicurezza degli approvvigionamenti. È il caso della britannica BP, che ha appena dato il via libera definitivo al suo progetto Tiber-Guadalupe nel Golfo del Messico, un segnale inequivocabile di dove si stiano dirigendo i capitali nel mondo reale. Siamo alla FID.

La decisione di investimento finale (FID) riguarda un progetto stimato in circa 5 miliardi, che diventerà il settimo hub di produzione di petrolio e gas gestito da BP nella regione. L’obiettivo non è di piccolo cabotaggio: si tratta di una nuova piattaforma galleggiante capace di estrarre fino a 80.000 barili di greggio al giorno.

Ecco i dettagli principali del progetto:

  • Progetto: Tiber-Guadalupe
  • Investimento: Circa 5 miliardi di dollari
  • Capacità produttiva: 80.000 barili di greggio al giorno
  • Inizio produzione: Previsto per il 2030
  • Proprietà: 100% BP

Questa mossa non è isolata, ma si inserisce in una profonda revisione strategica annunciata da BP all’inizio di quest’anno. La supermajor ha deciso di ricalibrare i propri piani, riducendo gli investimenti nelle rinnovabili per concentrarsi nuovamente sul suo core business: l’oil & gas. Una scelta che, a quanto pare, si basa su analisi di mercato molto concrete.

La strategia prevede l’avvio di 8-10 grandi progetti a livello globale tra il 2028 e il 2030, con l’obiettivo di portare la produzione complessiva del gruppo a un range di 2,3−2,5 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno (boed) entro il 2030. Solo negli Stati Uniti, sommando Tiber-Guadalupe al progetto gemello Kaskida, BP prevede di investire circa 10 miliardi. L’ambizione è di superare il milione di barili equivalenti al giorno di produzione totale (onshore e offshore) negli USA entro la fine del decennio.

Come ha dichiarato Andy Krieger, vicepresidente senior di BP per il Golfo del Messico e il Canada, questi progetti “svolgeranno un ruolo fondamentale nell’obiettivo di BP di fornire l’energia sicura e affidabile di cui il mondo ha bisogno oggi e domani”.

La ciliegina sulla torta? Solo la scorsa settimana, nel suo Energy Outlook 2025, BP ha abbandonato la previsione che la domanda di petrolio potesse raggiungere il picco quest’anno. Ora, la nuova stima vede la domanda globale di greggio continuare a crescere fino al 2030. Un segnale forte che, al di là delle dichiarazioni politiche, il petrolio è destinato a giocare un ruolo centrale ancora per molto tempo.

Piattaforma nel golfo d’America

Domande & Risposte

1) Perché BP sta investendo così tanto nel petrolio proprio ora, in piena transizione energetica?

BP sta agendo sulla base di un calcolo pragmatico. La sua recente revisione strategica e l’aggiornamento dell’Energy Outlook indicano che, secondo le sue analisi, la domanda globale di petrolio non ha ancora raggiunto il picco e continuerà a crescere fino al 2030. L’investimento mira a soddisfare questa domanda futura, garantendo forniture stabili e profitti agli azionisti. La società ha deciso di concentrarsi sul suo business principale, dove ha maggiore competenza e redditività, piuttosto che disperdere capitali in settori, come le rinnovabili, ritenuti al momento meno remunerativi e strategici per il suo portafoglio.

2) Qual è l’impatto economico di un progetto come Tiber-Guadalupe?

Un investimento da 5 miliardi ha un impatto significativo. Innanzitutto, crea posti di lavoro altamente qualificati nella fase di costruzione, installazione e, successivamente, di operatività della piattaforma. Stimola inoltre un’ampia catena di fornitura per componentistica, servizi logistici e manutenzione. A livello nazionale, aumenta la produzione energetica interna degli Stati Uniti, contribuendo alla loro sicurezza e indipendenza energetica. Infine, una volta a regime, genererà importanti flussi di cassa per BP e introiti fiscali per il governo statunitense, sostenendo l’economia su più fronti.

3) Questo investimento non è in contraddizione con gli obiettivi climatici internazionali?

Sì, esiste una chiara contraddizione tra un investimento di questa portata in nuove infrastrutture fossili e gli obiettivi di decarbonizzazione più ambiziosi, come quelli dell’Accordo di Parigi. Mentre i governi fissano target di riduzione delle emissioni, le grandi compagnie energetiche continuano a investire per soddisfare la domanda di energia prevista. Questa mossa di BP evidenzia il divario tra le aspirazioni politiche e la realtà economica e industriale. Le aziende sostengono di dover garantire l’energia necessaria oggi, ma i critici sottolineano che tali progetti “bloccano” le emissioni future per decenni, rendendo più difficile la transizione.

E tu cosa ne pensi?

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