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Borghi: interrogazione su quanto detto da Locatelli su “Nessun vaccinato in terapia intensiva”

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Eravamo abbastanza sicuri che le parole di Franco Locatelli, presidente del Comitato Tecnico Scientifico, che ha affermato in una conferenza stampa che “Non ci sono vaccinati in terapia intensiva” avrebbe provocato delle reazioni, e, infatti, queste ci sono state.

Claudio Borghi, deputato della Lega, ha presentato un’interrogazione in materia di cui vi proponiamo il testo:

Venerdì 12 novembre 2021, seduta n. 594

CLAUDIO BORGHI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

il 5 novembre 2021 si è svolta a Palazzo Chigi la conferenza stampa sulla prosecuzione della campagna vaccinale, alla quale hanno partecipato il Ministro della salute, Roberto Speranza, il Commissario straordinario per l’emergenza da COVID-19, Francesco Paolo Figliuolo e il Presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli. I temi affrontati in tale occasione sono stati dall’accelerazione sulle terze dosi, alle precauzioni da continuare a seguire per evitare la diffusione del virus;

il professore Franco Locatelli ha esordito parlando di «pandemia di non vaccinati», prendendo come spunto la medesima affermazione del Ministro della salute della Germania, Jens Spahn. Secondi Locatelli è, infatti, evidente il rischio che ci troviamo di fronte a uno scenario epidemiologico composito, dove la possibilità di essere infettati e di sviluppare una patologia grave – tale da richiedere ricovero nelle rianimazioni e ancora di più il rischio di sviluppare patologie fatali – è significativamente diverso tra chi è vaccinato e chi non lo è;

infatti, Franco Locatelli ha affermato che secondo un’analisi dell’Istituto superiore di sanità è stato documentato che, in Italia, fino ai 59 anni di età, nessuno dei vaccinati è stato ricoverato nelle terapie intensive;

secondo il bollettino prodotto dall’Istituto superiore di sanità (Iss) «Epidemia COVID-19. Aggiornamento nazionale 3 novembre 2021 – ore 12:00» pubblicato il 5 novembre 2021, che riporta i dati della sorveglianza integrata dei casi di infezione da virus Sars-CoV-2 riportati sul territorio nazionale e coordinata dall’Iss ai sensi dell’ordinanza n. 640 del 27 febbraio 2020, risultano delle incongruenze con quanto affermato da Franco Locatelli durante la conferenza stampa. Infatti, dalla tabella del documento che riporta i casi di COVID-19 diagnosticati, ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva e deceduti negli ultimi 30 giorni (dal 24 settembre al 24 ottobre 2021) per stato vaccinale e classe d’età si può rilevare che per la fascia d’età 40-59 anni sono 2 (1,7 per cento) i vaccinati con ciclo incompleto e 14 (12,2 per cento) coloro che sono stati sottoposti a ciclo completo di vaccinazione;

un ulteriore grafico contenuto nel medesimo bollettino dall’Istituto superiore di sanità (Iss), pubblicato il 5 novembre 2021, presenta il confronto della popolazione italiana e casi di COVID-19 diagnosticati, ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva e deceduti per settimana di diagnosi e per stato vaccinale nella classe d’età 40-59 anni. Nella settimana dall’11 al 18 ottobre 2021 i ricoveri in terapia intensiva sono stati del 20 per cento per i vaccinati e del 5 per cento per i ricoverati con ciclo incompleto; per quanto riguarda i decessi, il 25 per cento hanno riguardato i vaccinati con ciclo completo, nella settimana di riferimento –:

come si spieghi l’affermazione secondo cui nessun vaccinato è finito in terapia intensiva del professore Franco Locatelli, nonché portavoce del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) quale sommo organo di consulenza del Ministero della salute per il superamento della pandemia, considerato che la stessa appare sbagliata e incongruente rispetto ai dati raccolti e pubblicati nel bollettino dall’Istituto superiore di sanità (Iss);

quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere per evitare che vengano diffusi, nuovamente e durante una conferenza stampa nazionale, informazioni non corrette sull’andamento della pandemia e delle ospedalizzazioni da COVID-19, con il solo fine di promuovere la campagna vaccinale senza tener conto dei dati reali. 

Siamo piuttosto curiosi di sapere che cosa risponderà il ministro Speranza, se mai risponderà. Speriamo che non c’abbia Judo…


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