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Ieri e oggi con il franco svizzero troppo forte la BNS è intervenuta: dunque Apple & Co. salgono

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Voi direte, ma che titolo è? Cosa c’entra la banca nazionale Svizzera (BNS) che vende franchi per indebolire la propria moneta a difesa dei propri esportatori con la salita di Apple e Google negli USA? Dovrei dire con la salita degli indici americani, Nasdaq in primis… ossia le borse salgono (EQUAZIONE: intervento BNS per indebolire il franco = salita delle borse USA, ossia a traino delle borse mondiali).

Semplice, la BNS sa benissimo che un franco forte ucciderebbe la propria economia con esportazioni troppo care e dunque interviene attivamente sui cambi per indebolirlo. Dunque vende franchi e compra euro e dollari. Con l’euro nessun problema, di fatto la Svizzera ha concordato con la Germania che Zurigo e Francoforte dovranno avere un comune metro di valutazione, oggi la Svizzera rappresenta una proxy di quello che sarebbe la Germania col Marco. Dunque le rivalutazioni saranno solo eventuali e certamente non continue, sebbene non scommetterei su un’assenza di sistematicità.

Con il dollaro invece esiste un chiaro rischio cambio lato BNS, che va gestito. Dunque l’unica alternativa è comprare azioni USA coi dollari ricavati dalla vendita dei franchi, soprattutto Apple, la cittadinanza Svizzera forse non sa di essere tra i principali azionisti della mela. Ergo, tutte le volte che il franco tende a salire la BNS interviene e sistematicamente circa il 20% di quanto ricava dalla vendita della propria valuta viene investito in azioni, soprattutto americane. Ora avete capito perché ad un intervento sui mercati dei cambi della BNS corrisponda nei giorni immediatamente successivi una salita della azioni USA (e del dollaro nel breve, notasi bene), soprattutto di quelle azioni a cui la BNS è interessata ossia Apple & Co. base portafoglio pubblicato dall’ente confederato.

L’intervento totale nell’anno scorso della BNS sui mercati è stato di oltre 67 miliardi di franchi. Fate conto che circa almeno il 20% ossia almeno 13 miliardi di franchi sono stati investiti in azioni/hanno contribuito alla salita dei corsi di borsa americani. Questa è una delle spiegazioni per cui le borse non scendono mai (mentre invece i fondi tradizionali vendono azioni).

Non va per altro dimenticato che in un ambito di sostanziale stabilità nel rapporto euro/franco l’intervento della BNS che compra dollari aiuta indirettamente anche gli esportatori tedeschi rafforzando il dollaro sui mercati internazionali ossia riducendo la competitività delle imprese (americane) che producono sul suolo statunitense a vantaggio di quelle europee. Da qui si inizia a capire che Trump forse non ha tutti i torti a lamentarsi di un dollaro sopravvalutato a causa dell’interventismo di altri paesi per indebolire la propria valuta.

Appunto, la BNS non è sola: anche la banca del Giappone compra azioni, solo giapponesi in questo caso, di fatto manipolando il mercato azionario. Ed anche la Banca d’Italia compra azioni (americane), di fatto manipolando anche i cambi. E chissà quante altre che non ci è dato sapere…

Tradotto, il mercato azionario è truccato, non funziona più per allocare i capitali ma solo per difendere interessi sovranazionali di parte visto che operano in modo sostanziale soggetti come le banche nazionali che non importa se fanno perdite (tanto poi stampano moneta a compensazione…). Ora capite perché gli hedge fund chiudono ed i Traders sono diventati inutili, non è possibile competere con le banche centrali che comprano in borsa, bisogna smettere di operare proprio per tale ragione.

Continuando così dove si arriverà? Difficile dirlo ma probabilmente ad un socialismo instaurato per via capitalistica. Chiaro che le elites che oggi detengono la maggioranza relativa delle aziende quotate, con le banche centrali nell’azionariato che non possono votare in assemblea (vi vedete un rappresentate del governo svizzero bocciare una mozione assembleare di Apple?) di fatto potranno più facilmente mantenere il controllo aziendale e dunque comandare le imprese quotate. Win win, sodalizio elites-stato-banche centrali. Che in fondo era il progetto del clan Clinton.

Ora avete capito perché i grandi potentati adorino Obama – il fautore, dovrei dire il responsabile, della folle situazione attuale con le banche centrali che comprano in borsa – e parimenti temano Trump, che vorrebbe distruggere questo tragico meccanismo finanziario per garantire benessere anche alla classe media che l’ha votato, oggi in irrimediabile declino.

Si perché ad un accumulo enorme di ricchezza da parte delle elites deve corrispondere – a parità di valore esistente – un drenaggio di benessere dalle classi più basse: ad esempio la prospettiva di robotizzazione spinta aumenterebbe i profitti aziendali ma ridurrebbe l’occupazione. Avete capito, precisamente quanto sta accadendo da qualche anno…

Spero di aver contribuito con questo breve intervento a svelarvi l’essenza delle cose, almeno in ambito finanziario. Certo che la situazione è molto preoccupante, casi simili in passato hanno inaugurato la nascita di vari fascismi. Magari non ce ne siamo accorti ma ci siamo già dentro anche ‘sta volta

Mitt Dolcino


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