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Blocco della cessione 110%: un pasticcio che circa di far saltare decine di migliaia di posti

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Il combinato disposto di alcune sentenze della Corte di Cassazione, che ammette il sequestro dei crediti ceduti in caso di sospetta truffa,  e del decreto annunciato dal MEF hanno avuto una conseguenza drammatica sul mercato della cessione del credito d’imposta del 110%, già precedentemente traballate: lo hanno completamente bloccato.

Oggi  il presidente della Fondazione Inarcassa,  l’organismo attivo sui temi della professione dell’Ente previdenziale degli ingegneri e degli architetti, Franco Fietta ha affermato:  “Quella del Superbonus 110% è una bomba ad orologeria che il governo dovrà saper maneggiare con attenzione“, visto che “la deriva delle misure adottate nel tempo sta portando il mercato della cessione dei crediti ad un crollo definitivo, e a pagarne il prezzo più alto saranno i professionisti, le imprese e i cittadini coinvolti”. “i continui interventi del Legislatore e una visione talvolta miope di parte della classe politica e degli organi amministrativi hanno trasformato il superbonus in una misura ‘spot’ che sta sconvolgendo il mercato della cessione dei crediti con conseguenze molto pesanti per tutti gli operatori interessati”. Non solo “La montagna di crediti bloccati nei cassetti fiscali delle imprese e dei professionisti che le banche non acquistano, perché hanno esaurito il ,plafond, disponibile, o addirittura per il timore che la magistratura possa sottoporli a sequestro. Se è vero che non esiste un obbligo di acquisto dei crediti da parte delle banche, come ha dichiarato il ministro Giorgetti, allora attendiamo un immediato intervento diretto da parte del Governo su questo fronte. Perché, di fatto, all’acquisto dei crediti è stata imposta un’inversione di rotta, in corsa. Non erano certo queste le condizioni di partenza che hanno orientato l’operato di tutti noi, professionisti, imprese e cittadini”.

Inutile dire che ci sono decine di migliaia di posti di lavoro delle aziende coinvolte. Il 110% ha attivato, secondo il centro studi CNI, circa 150 mila posti di lavoro e la misura è stata, per quanto approssimativa e pasticciata, efficace. Se il PIL italiano non è precipitato in fiamme, nonostante la crisi, è stato per questa misura. Francamente non capisco perché il nuovo governo non si impegni  non solo per il suo mantenimento, ma per il suo affinamento e miglioramento. Evidentemente c’è qualcuno che lavora contro il benessere degli italiani, non palese, ma che manovra con abilità e dietro le quinte.

 


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