Attualità
NO black friday. Il made in italy può sottrarsi alla moda degli sconti pazzi?
No black friday; se le piccole attività artigianali o di nicchia si ribellano al sistema dei super sconti, fanno bene o fanno male?
Non c’è solo l’etica legata alle promesse di piazza aderenti al sogno green che vanno in fumo ad ogni acquisto di merci dall’altro capo del mondo. Non c’è neppure soltanto la questione etica legata ai danni scaricati su chi il sottocosto lo paga sulla propria pelle.
C’è anche un’etica imprenditoriale e commerciale che considera il lavoro prodotto lungo tutta la filiera, un accumulo di valore che, se messo sul patibolo del black friday, verrebbe sminuito.
Il green friday è la soluzione?
NO black friday, perché?
Un paio di giorni fa mi sono imbattuto in questo annuncio su Instagram.
Si tratta di un appello di un’impresa artigianale verso i propri clienti.
Sembra un piccolo di manifesto della dignità del lavoro.
Eccone il testo:
“Quest’anno piu che mai @lemaschiette dice No al BLACK FRIDAY
Ribadiamo la nostra idea circa il Black Friday ( che da friday ormai si è trasformato in un mese di “sbanca il banco”)
Anche noi Pensiamo che debba rimanere una realtà di certe multinazionali americane e non certo di piccole realtà imprenditoriali italiane ,dove dietro ci sono scelte,passioni ricerca e ,non da ultimo dei costi per tutti. Per noi come per Voi che acquistate capi speciali ,sogni con l’aiuto della nostra consulenza ed esperienza. Pensiamo che tutto ciò non possa essere svenduto o dato in pasto alla frenesia di un economia che fagocita tutto. ”
Ma allora, NO black friday o Sì Black friday?
I più critici potranno obiettare che chi non aderisce alle iniziative del mercato si pone in modo anacronistico. Che chi non si adatta non sopravvive, perché non è capace di restare sul mercato.
Ma che mercato è quello che esige, benché una settimana all’anno, sconti del 40%, 60%?
E soprattutto, che etica del lavoro è quella che vede tagliare non solo i propri profitti, ma nel caso degli artigiani, anche buona parte del rientro dai costidi produzione?
Da alcuni anni il movimento del green friday rema in senso opposto alla corrente preponderante del business a tutti i costi pur di movimentare merce ferma in magazzino o, semplicemente per attirare nuovi clienti.
Un appello su questo punto viene direttamente dall’ASCOM. Leggiamolo.
“…così non si creano nuovi clienti così come non li creano le varie “notte bianche, rosa, nere o grigie. Si creano con un onesto rapporti di vicinato, con un onesto rapporto cliente – artigiano o commerciante, cosa che non può esistere nella grande distribuzione che abiura a questo rapporto. Commercianti, Artigiani Ribellatevi alle vostre Associazioni che vi propongono e impongono il Black Friday!”
Green friday per salvare la qualità e il valore di ciò che produciamo ed acquistiamo
Dello stesso tono è l’articolo odierno di Spirit of St. Louis, start up vicentina di nicchia nel ramo della moda, nata proprio in tempi di covid come sfida a tutto campo.
Proprio oggi ha aperto ufficialmente la sua bottega online con il provocatorio titolo,
“GREEN FRIDAY: SEI PRONTO A SALVARE IL MADE IN ITALY?”.
All’interno troviamo diversi spunti che tratteggiano il punto di vista di chi si mette in gioco e, in tempi terribili come i nostri, crea da zero un’impresa che produce qualità.
“La ricorrenza del black friday è più congeniale alle grosse catene commerciali, alla vendita di prodotti di grosse serie, a software e a tutto ciò che è riproducibile su ampia scala e facilmente o almeno più automaticamente rispetto a ciò che produciamo noi.”
“Per queste ragioni, senza presunzione, riteniamo che i nostri capi vengano proposti già al giusto prezzo.
Essendo prodotti totalmente in Italia, in una zona del Paese che si contraddistingue per l’eccellenza della manifattura: Il Veneto, più precisamente in provincia di Vicenza, offriamo un elevato valore.
E questo di fatto oggi rappresenta già di per sé un enorme vantaggio per il cliente.
I laboratori su cui ci appoggiamo contano sul successo della nostra iniziativa e di tutte quelle che gli possono portare ulteriore lavoro.
Perciò, come puoi vedere, è attraverso la vendita delle nostre creazioni che si regge l’investimento delle future collezioni e, di coseguenza, la riapertura dei laboratori di moda nel post covid.”.
“…abbiamo scelto un’immagine piuttosto coerente. Per l’annuncio dell’apertura della nostra web-bottega abbiamo scelto una foto completamente verde che, oltretutto, mostra la nostra ultima creazione.”
“Siamo consapevoli del fatto che raccontare cosa si cela dietro le quinte può contribuire a rovinare quella patina argentea che le aziende posano sul loro brand per creare l’effetto allure tipico della moda, ma non ci vergogniamo delle nostre origini.
Dietro la facciata c’è duro lavoro sia nostro che di altre persone che dobbiamo tutelare e questo lo possiamo fare solamente conservando i margini che ci consentiranno di reinvestire in futuro.
Nel nostro negozio i tuoi acquisti saranno sempre di sicuro valore.“
Cosa ne pensano i lettori di scenarieconomici.it?
Allora le aziende italiane che dicono NO black friday, hanno ragione o hanno torto?
La parola spetta ai lettori, anzi ai consumatori.
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