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Bitcoin a 7800: cosa lo spinge e durerà? Alcune ipotesi interessanti

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Mentre vi sto scrivendo Bitcoin è sopra i 7800 dollari.una bella scalata dai valori anche solo di una settimana fa, quando sembrava già notevole che avesse superato il 5500 dollari.

Un risultato notevole, anche troppo,, che ricorda da vicino i rally della fine del 2017, ma all’epoca alla bolla seguì il suo scoppio. In linea generale, quanto possiamo fidarci di questa crescita, quanto la possiamo ritenere stabile?

Se consideriamo il numero di transazioni vediamo che c’è stato un aumento da dicembre ad ora, anche abbastanza significativo (nonostante un rallentamento a marzo), ma non sembra che questo sia l’elemento più rilevante per questo rally. Anche il numero di indirizzi unici è aumentato, ma non al punto da giustificare, di per se, questa euforia: si è passati da 426 a 500 mila, ricordando che i wallet unici possono indicarne la diffusione. Che cosa quindi ne sta condizionando il valore?

Zerohedge fa una valutazione interessante: si prepara fra USA e Cina una guerra commerciale, che ormai sembra imminente, tranne colpi di scena. La guerra comporterà, oltre che le ritorsioni sui dazi, anche una guerra monetaria: entrambe le parti preparano una politica monetaria accomodante, ma la Cina è pronta a più tagli del tasso di riferimento RRR, come abbiamo già detto in un precedente articolo sugli scenari evolutivi. Questo spinge la valuta cinese ( il CNH, il Renminbi, per il mercato interno, o CNY, lo Yuan, per il mercato offshore) ad una svalutazione attuale e potenziale in caso di guerra commerciale: tramite la svalutazione Pechino spera  di riguadagnare la competitività perduta con i dazi oltre a stimolare, con lo strumento monetario, la domanda interna. Solo che in questi casi di conflitti monetari e commerciali, dato le potenziali svalutazioni, vi è una fuga di capitali che, pare, questa volta sia confluita anche nello Yuan.

La relazione i questo grafico (da Zerohedge) è sul CNH, ma anche il CNY mostra l’andamento simile, anzi.. forse ancora più chiaro.

L’andamento è talmente simile che la chiusura del mercato di domenica ha avuto corrispondenza, magari casuale , con il calo di BTC che, negli exchange, viene scambiato 24/7.

Quindi il deflusso dagli Emerging Market, in una situazione in cui anche il dollaro rischia di  essere colpito dalla vendita, minacciata, di titoli di stato USA da parte di Pechino, viene anche a riversarsi su BTC e quindi, in modo indiretto, sulle altre cripto.

Quindi questa crescita è legata ad una situazione temporanea dei mercati finanziari internazionali, influenzata da eventi politici (come ad esempio l’esplosione delle petroliere negli EAU sabato), e diversi eventi possono portare a cambiamenti anche nelle quotazioni.

 

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