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Bidone Von Der Leyen: il fallimento totale dell’alternativa europea alla Belt and Road cinese
Nel dicembre 2021, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è salita su un podio di Bruxelles e annunciò con sicurezza che la nuova spinta infrastrutturale dell’Unione europea sarebbe stata una “vera alternativa” alla Belt and Road Initiative della Cina.
“Siamo in grado di farlo. I Paesi hanno fatto la loro esperienza con gli investimenti cinesi. Hanno bisogno di offerte migliori e diverse”, disse a proposito di Global Gateway, un programma di spesa che promette di mobilitare fino a 300 miliardi di euro entro il 2027 per progetti infrastrutturali moderni al di fuori dell’UE.
Con una certa preoccupazione nei confronti del piano cinese da mille miliardi di dollari per collegare la Cina al resto del mondo, dopo le accuse di “diplomazia della trappola del debito”, sia l’Europa che gli Stati Uniti si stavano posizionando per offrire un modello diverso, fondato su norme democratiche, trasparenza dei finanziamenti e con obiettivi sostenibili. Tutto bello, peccato che, a distanza di un anno, gli osservatori sono sempre più scettici sulle affermazioni della von der Leyen. Nulla è stato fatto, non ci sono soldi e questo non è stato che l’ennesimo annuncio bidonista della Commissione.
Finora, la misura “Global Gateway”, come si chiamerebbe l’iniziativa europea, ha prodotto molto clamore, ma poco in termini di progetti concreti, mentre a Bruxelles e altrove regna la confusione su cosa sia effettivamente l’iniziativa.
Non solo: un’audizione dei funzionari in Parlamento Europeo ha rivelato la natura vuota e ingannatori a del fondo: nessuna nuova risorsa finanziaria è stata stanziata per Global Gateway, che non è altro che la ridenominazione di fondi già esistenti, nel classico pomposo e vuoto stile della Commissione.
“Global Gateway non apporta nuovi mezzi finanziari, non ci sono fondi aggiuntivi a livello di UE”, ha dichiarato Vincent Grimaud, direttore ad interim del dipartimento per i partenariati internazionali della Commissione.
La dichiarazione ha suscitato l’incredulità dei membri del Parlamento.
“Non c’è nuovo denaro. E io sono sempre stato dell’idea che se non ci sono nuovi soldi, non ci sono nuove politiche”, ha detto Barry Andrews, un legislatore irlandese del gruppo centrista Renew.
“Questo è un esercizio di comunicazione. È una strategia per mettere insieme ciò che stava già per accadere e presentarlo come qualcosa di nuovo. E se i nostri partner sono ingannati da questo, allora sono più ingannati loro”.
Hildegard Bentele, deputata tedesca del Partito Popolare Europeo di centro-destra, ha dichiarato di aver cercato di trovare aziende tedesche che “fanno parte di questa avventura”, ma di non essere riuscita a trovarne nessuna.
“Se parlo con i giornalisti, i giornalisti mi chiedono cosa sono questi progetti Global Gateway? Se vado sul sito della Commissione europea, non ne trovo”, ha detto il parlamentare europeo.
Gli sforzi della Commissione per promuovere l’iniziativa hanno accresciuto la perplessità. Un recente evento di gala tenutosi nel metaverso per spiegare il concetto di Global Gateway ai giovani tra i 18 e i 35 anni è stato criticato online dopo che solo pochi utenti si sono collegati, nonostante l’UE abbia sborsato 387.000 euro per ospitarlo.
“C’è un’enorme siccità in Africa orientale, l’UNHCR non ha abbastanza fondi per il cibo dei rifugiati nei campi, ecc. ecc. e questo è ciò per cui scegliete di spendere i soldi?”, ha scritto un utente di Twitter sotto un post dell’UE sull’evento.
Dei 300 miliardi di euro promessi, non è chiaro quanto sia stato erogato. Un portavoce della Commissione ha dichiarato che non è disponibile un elenco centrale dei progetti, né è possibile fornire una cifra sulla spesa totale fino ad oggi.
Non esiste neppure un elenco delle iniziative finanziate, che potrebbero essere pari a zero. In una intervista a Politico un funzionario ha promesso che i progetti arriveranno l’anno prossimo.
“Una volta che avremo diffuso in modo molto più sostanziale il concetto di “Global Gateway”, si dimostrerà un’opzione “attraente”, esattamente come Belt and Road è stata vista con tutta la negatività, se posso, con tutti i problemi che stava creando”, ha dichiarato Stefano Sannino, segretario generale del Servizio europeo per l’azione esterna. Intanto però tutto questo sembra essere solo fumo, senza nessun arrosto, senza niente di concreto alle spalle. La Commissione Von Der Leyen rivela l’ennesimo progetto inutile, per fortuna non dannoso come molti altri messi in atto.
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