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BHP scommette forte sul rame: mezzo miliardo di Dollari per la transizione energetica (e per i profitti)

BHP punta tutto sul rame: un maxi-investimento in Australia per cavalcare la transizione energetica e assicurarsi profitti futuri, sfruttando anche le incertezze del Sud America.

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Qualcuno crede nel “Dottor rame” e vi investe abbondantemente. Il gigante minerario BHP sta investendo 555 milioni di dollari USA (840 milioni di dollari australiani) in diversi progetti presso il suo sito minerario Olympic Dam nel South Australia per aumentare la produzione e la capacità di lavorazione dell’impianto minerario, dedicato soprattutto alla produzione di rame.

Con questo investimento, BHP finanzierà la realizzazione di un tunnel sotterraneo di accesso alla zona mineraria meridionale, che consentirà di raggiungere una nuova sezione della risorsa, considerata fondamentale per lo sviluppo tecnologico globale e la transizione energetica. L’investimento di BHP finanzierà anche un nuovo sistema di riempimento per fornire pasta di riempimento tramite tubi sotterranei alle nuove aree della miniera, espandere la capacità di passaggio del minerale e installare un nuovo impianto di ossigeno per migliorare le prestazioni della fonderia e supportare una maggiore capacità di lavorazione del rame.

BHP è il più grande produttore di rame al mondo e prevediamo di aumentare la nostra base di rame da 1,7 milioni di tonnellate a circa 2,5 milioni di tonnellate all’anno”, ha dichiarato mercoledì in un comunicato il direttore operativo del gigante minerario, Edgar Basto.

“Raggiungere tale livello richiede una crescita significativa del rame e siamo fortunati ad avere proprio qui nel South Australia una provincia di rame di livello mondiale per farlo”.

Il ministro del Commercio e del Turismo australiano, Don Farrell, ha dichiarato:

“L’Australia è in prima linea nella transizione energetica, in cui il rame è una risorsa vitale, e garantendo il flusso continuo di rame da Olympic Dam, BHP assicura la posizione del South Australia come fornitore globale chiave”.

BHP prevede che la domanda globale di rame aumenterà del 70% entro il 2050, trainata dalla crescita demografica, dall’innalzamento degli standard di vita e dalla transizione energetica. Quindi l’ampliamento della produzione viene incontro a una domanda potenzialmente crescente del metallo rosso che, vista anche l’instabilità della produzione sud americana, spesso turbata da questioni politiche, garantirà forti profitti alla società.

Il gigante minerario detiene le più grandi risorse di rame al mondo con Escondida in Cile e Copper SA in Australia. Nell’anno finanziario 2025 conclusosi il 30 giugno, BHP ha prodotto più di due milioni di tonnellate di rame per la prima volta. La produzione di rame di BHP è aumentata del 28% negli ultimi tre anni, secondo quanto riportato dalla società nella sua relazione annuale di agosto.

Olympic Dam – area di estrazione e lavorazione del minerale di rame, Southern Australia

Domande & Risposte

1. Perché il rame è così fondamentale per la transizione energetica? Il rame è un eccellente conduttore di elettricità, secondo solo all’argento ma molto più economico e abbondante. È un componente essenziale in quasi tutte le tecnologie “verdi”: i veicoli elettrici ne contengono circa quattro volte di più rispetto a un’auto tradizionale; le turbine eoliche e gli impianti fotovoltaici richiedono chilometri di cavi di rame; e l’intera rete elettrica, che dovrà essere potenziata, si basa su questo metallo. Senza un’offerta crescente e stabile di rame, la transizione energetica semplicemente non può avvenire.

2. Questo investimento di BHP non rischia di essere eccessivo se la domanda di rame non crescesse come previsto? Ogni grande investimento comporta un rischio, ma quello di BHP sembra ben calcolato. Le previsioni di crescita della domanda non si basano solo sulla transizione energetica, ma anche sull’urbanizzazione e l’industrializzazione continue nei paesi in via di sviluppo. Inoltre, diversificare la produzione in una giurisdizione stabile come l’Australia mitiga i rischi geopolitici presenti in altre aree del mondo, come il Cile o il Perù. Scommettere su una risorsa fisica indispensabile per l’economia globale è, storicamente, una delle strategie industriali più solide.

3. Qual è l’impatto di questo investimento per l’Australia? Per l’Australia, e in particolare per lo stato del South Australia, l’impatto è molto positivo. Significa consolidare migliaia di posti di lavoro qualificati, generare un indotto economico significativo e aumentare le entrate fiscali derivanti dalle royalties minerarie. Rafforza inoltre la posizione del paese come fornitore strategico e affidabile di materie prime critiche per le economie occidentali, un ruolo sempre più importante nell’attuale contesto di tensioni geopolitiche e di deglobalizzazione selettiva delle filiere produttive.

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