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Berlino tradirà Parigi sul progetto di caccia di VI generazione? Intanto Dassault festeggia

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La Francia si sente sodddisfatta per il successo della propria industria aeronautica, e con ragione. Dassault si è avvicinata all’acquisizione di due nuovi ordini di aerei da caccia Rafale aprendo colloqui con India e Arabia Saudita, che potrebbero potenzialmente vedere Dassault produrre altri 80 aerei.

La soddisfazione per questi risultati viene però ofuscaata dalla nuova incertezza riguardante il progetto di caccia di prossima generazione Future Combat Air System (FCAS)/SCAF – che coinvolge Francia, Germania e Spagna – e che pare non soddisfare sufficientemente i partner tedeschi.

All’inizio di questa settimana, il quotidiano The Times ha riferito che la Germania “potrebbe” decidere di abbandonare il programma e unirsi al rivale Global Combat Air Program (GCAP) guidato da Italia, Giappone e Regno Unito. Un portavoce del ministero della Difesa tedesco ha dichiarato a Breaking Defense che la storia era “falsa”, ma gli analisti affermano che le tese relazioni industriali tra Berlino e Parigi continuano a causare problemi.

Le tensioni passate tra Airbus e Dassault su un contratto per un dimostratore di Fase 1B, necessario ai due produttori per sviluppare una prima versione del caccia FCAS di prossima generazione, si sono concluse nel dicembre 2022 con una firma tardiva del contratto. Secondo quanto riferito, le difficoltà relative ai sistemi di controllo del volo sono state la principale causa di controversia. Nonostante i sorrisi alla firma, resta un sodalizio scomodo.

Italo-anglo-giapponese GCAS Tempest

Dassault pare sia riluttante a condividere con Airbus alcune delle proprie proprietà intellettuali relative al controllo di volo. Del resto i precedenti progetti militari franco tedeschi coinvolgenti Airbus, da A 400 a Tiger a NH 90 non sono stati propriamente dei grandi successi.

Paul Lever, ex ambasciatore britannico in Germania, ha affermato che, pur non avendo “nessuna conoscenza specifica” del fatto che la Germania stia considerando un’uscita dal FCAS, se avesse voluto “ipotesi cinicamente” sul motivo per cui sarebbe potuta emergere una storia sull’argomento, e si sarebbe messo in gioco Secondo la posizione di un funzionario tedesco degli appalti “stufo delle eccessive richieste francesi sul lavoro e sulla condivisione della progettazione”, non ci sarebbe “modo migliore per spaventare loro [la Francia] che far trapelare una storia di questo tipo a un giornalista britannico. ”

Ufficialmente Berlino vede la situazione in modo molto diverso e continua a riporre fiducia nella FCAS e questo farebbe pensare che la notizia non sia falsa, ma semplicemente sia stata un “Segnale” mandato da Berlino a Parigi per farle abbassare le ali. Infatti poi alla notizia è seguita la smentita ufficiale:

“La Germania resta fedele al progetto comune con Francia e Spagna”, ha aggiunto il portavoce del Ministero della Difesa tedesco. “Le notizie dei media secondo cui la Germania si sta ritirando sono false. Il primo dimostratore [FCAS] è attualmente in fase di costruzione. Qui siamo sulla strada giusta e continueremo su questa strada”.

Funzionari francesi hanno confermato che la Germania è rimasta impegnata nel progetto FCAS, aggiungendo di non avere idea su quali presunti fatti il Times avesse basato il suo articolo.

Francia e Germania: partner FCAS, avversari nella quarta generazione

Comunque si svolgano gli sviluppi del FCAS, le spinte politiche potrebbero anche funzionare contro la Francia sull’accordo Rafale con l’Arabia Saudita. I requisiti in Arabia Saudita per ulteriori caccia di quarta generazione mettono effettivamente Francia e Germania l’una contro l’altra, poiché la Germania fa parte del consorzio Eurofighter di quattro nazioni. In questo momento, Berlino sta bloccando la vendita di Eurofighter all’Arabia Saudita a causa del conflitto con gli Houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen, ma il Regno Unito sta spingendo  affinché la Germania ceda; se Londra e Berlino dovessero trovare un accordo, ciò metterebbe quasi fine alle speranze francesi di Rafale, anche perché l’Arabia già utilizza Eurofighter.

Sebastien Lecornu, ministro della Difesa francese, ha detto ai giornalisti il mese scorso che erano in corso “discussioni” per garantire una vendita, senza fornire ulteriori dettagli, secondo l’agenzia di stampa francese AFP.

Riyadh ha chiesto espressamente a Dassault una “proposta di costo” per 54 aerei Rafale entro il 10 novembre, ha riferito di recente il quotidiano economico francese La Tribune Dimanche.

Il Ministero della Difesa dell’Arabia Saudita non ha risposto a una richiesta di commento. “Dassault Aviation non [offre] commenti”, ha detto a Breaking Defense un portavoce del produttore.

Più certo per la Francia è un ordine da parte della Marina indiana per 26 jet in configurazione navale Rafale. La DGA francese per gli appalti della difesa ha ricevuto pochi giorni fa una richiesta ufficiale di proposta da parte del ministero della Difesa indiano, che avvia ufficialmente le trattative contrattuali. L’accordo è stato annunciato per la prima volta dal primo ministro indiano Narendra Modi lo scorso luglio, quando era ospite d’onore alle celebrazioni del giorno della Bastiglia in Francia.

L’ultimo accordo arriva dopo che la Francia ha completato la consegna di 36 aerei Rafale all’India lo scorso anno.


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