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BENETTON FA FILOTTO: finanziamenti pubblici sicuri per Aeroporti di Roma e Autogrill, con autostrade fanno il colpaccio

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Dopo che gli olandesi della FCA sono riusciti a farsi finanziare 6 miliardi garantiti dallo stato italiano  ora tocca alla famiglia Benetton cercare di fare filotto con le sue tre controllate: Autogrill, controllata direttamente dalla società di famiglia Edizioni, ed Aeroporti di Roma e Autostrade per l’Italia, controllate tramite Atlantia.

Il decreto liquidità dovrebbe garantire  250 milioni senza grossi problemi ad Autogrill, un po’ differente la situazione delle controllate di Atlantia: Aeroporti di Roma avrebbe bisogno di almeno 250 milioni per far fronte ai cali di lavoro del 95% subiti durante la Covid-19, ma la società ha goduto, per questo, anche della Cassa Integrazione, quindi ha già coperto buona parte dei propri costi. Un governo con un po’ di fibra chiederebbe uno sconto sugli oneri aeroportuali, altissimi, imposti dal monopolio aeroportuale romano e che vengono a pesare su cittadini e turisti. Comunque sembra una partita più semplice rispetto alla vera grana: Autostrade per l’Italia.

Autostrade per l’Italia chiede 1,25 miliardi, minacciando, in caso contrario, di fermare il piano di investimenti per 14 miliardi, tranne i 900 milioni per le messe in sicurezza. Certo, ci sono una serie di domande che ci facciamo a proposito:

  •  ma Autostrade per l’Italia non doveva perdere le concessioni autostradali che avrebbero dovuto tornare ad ANAS? Perchè questo è quello che il Movimento Cinque Stelle ha promesso dallo scorso settembre. Invece non è così, anzi ASPI chiede pure dei soldi in prestito garantito, con tanto di ricatto;
  • ma come possono 1,25 miliardi di prestito garantito essere necessari per pagare 14 miliardi di investimento? Non è che in realtà sono i cittadini italiani a pagare, con le proprie alte tariffe autostradali, a pagare questi investimenti. Perchè, se fosse così, sarebbe solo una presa in giro.

esta il fatto che una società che, secondo il maggior partito in Parlamento, dovrebbe non avere più alcuna concessione e, praticamente, essere chiusa, non solo non lo è, ma si permette pure di chiedere un prestito ricattando italiani e governo e minacciando addirittura delle cause se la garanzia non viene concessa. Un qualsiasi altro premier con un qualsiasi altro governo che fosse stato in carica dal 1946 al 1994 prenderebbe a calci calci nel sedere questo imprenditore e procederebbe alla cancellazione delle concessioni, visto anche la disastrosa situazione in cui viene a versare la rete autostradale con ponti caduti, tratti non percorribili e  gallerie traballanti. Peccato che ci sia il governo Conte, uno strano ibrido che, non avendo nessuna morale propria, è al servizio di tutti i poteri forti. Scommettiamo che non farà niente ed alla fine cederà al potere di Treviso? Del resto chi pecora si fa, il lupo, anche col maglione, se lo mangia….


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