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Analisi e studi

la BCE segnala che l’economia europea è fragile e debole. Probabile ribasso dei tassi?

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Prima il comunicato ufficiale quindi il commento

Secondo il Financial Stability Review di novembre 2023, pubblicato oggi dalla Banca Centrale Europea (BCE), le prospettive per la stabilità finanziaria dell’area euro rimangono fragili, poiché le condizioni finanziarie più restrittive si stanno propagando sempre più all’economia reale in un contesto di crescita debole, inflazione elevata e accresciute tensioni geopolitiche.

“Le deboli prospettive economiche insieme alle conseguenze dell’elevata inflazione stanno mettendo a dura prova la capacità delle persone, delle imprese e dei governi di onorare il proprio debito”, ha affermato il vicepresidente della Bce Luis de Guindos. “È fondamentale rimanere vigili mentre l’economia passa a un contesto di tassi di interesse più elevati abbinati a crescenti incertezze e tensioni geopolitiche”.

I mercati finanziari e le istituzioni finanziarie non bancarie rimangono altamente sensibili a ulteriori sviluppi negativi e le loro vulnerabilità potrebbero essere esposte a sorprese al ribasso nelle condizioni economiche. Allo stesso tempo, i fondi di investimento e altre istituzioni finanziarie non bancarie rimangono vulnerabili ai rischi di liquidità, credito e leva finanziaria. Ciò evidenzia la necessità di rafforzare la loro resilienza da una prospettiva macroprudenziale.

Tutto questo cosa significa? Che la BCE inizia a comprendere che la situazione economica e finanziaria causata dall’innalzamento dei tassi e dai famosi “Obiettivi ambiziosi” della Commissione sta andando male, volgendo al sud, e che quindi una crisi è alle porte e questa coinvolgerà il sistema bancario.

Questa è la “Fragilità” e la “Sensibilità dei mercati” che vengono evidenziati da questa comunicazione avviene dopo che la Corte Costituzione di Karlsruhe ha dato un taglio secco alla spesa pubblica nascosta tedesca e all’uso dei “Fondi speciali” fuori bilancio. Una ulteriore spinta alla restrizione nella politica fiscale che renderà la crescita economica ancora più debole.

A questo punto non c’è da attendersi ulteriori restrizioni di politica monetaria, anche nell’ottica degli ultimi dati sull’inflazione. Non è impossibile che addirittura si possa assistere a un ammorbidimento, nell’arco dei prossimi sei mesi, della politica della BCE sui tassi e sul finanziarmento del sistema bancario, sempre che l’inflazione non mostri delle fiammate improvvise.

Tutto questo servirà a far crescere l’economia europea? No, non servirà, perché alla base di tutto c’è l’assenza di una politica fiscale e industriale coerente, il tutto dovuto alle farraginose norme di “Stabilità economica” imposte dai trattati europei, che, tra l’altro, torneranno attive dal primo gennaio, e dal mostro burocratico che ormai incatena i paesi europei.

Il NextgenEU? Un fondo finto, che non farà nulla di pratico per la crescita economica. Puro fumo negli occhi.


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