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Atlantia Autostrade: un approccio disastroso sta portando Conte all’ennesimo flop

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La nota questione Atlantia-Autostrade-Governo, presa in modo sbagliato sin dall’inizio, sta trasformandosi nell’ennesimo nulla di fatto per Conte e nell’ennesimo tradimento dello prospettive di vedere una situazione dignitosa al problema.

Tutto nasce da quanto accadde al Ponte Morandi e successivamente, con le ispezioni imposte dall’autorità giudiziaria. Per essere brevi:

  • il Ponte Morandi crollò, evidentemente, per scarsa manutenzione;
  • vennero alla luce omissioni colpose di manutenzioni in vari estesi tratti della rete, con la necessità di effettuare test e riparazioni urgenti sia a gallerie sia a viadotti;
  • nel frattempo è giunta a sentenza, sempre a carico della società autostrade, anche un secondo processo le gato ad un gravissimo incidenti sulla tratta del Gran Sasso.

I danni derivanti da questi atti colposi e dolosi (ricordiamo che ci sono vertici ancora sotto inchiesta penale per  aver falsificato i rapporti sulle ispezioni e sull’effettiva situazione della rete.

Si tratta di atti gravissimi che avrebbero potuto condurre a richieste di danni multimiliardari  e quindi al restituzione della rete per via concorsuale o concordata. Diversi giuristi di pregio avevano suggerito di perseguire questa strada sicuramente conflittuale, ma che avrebbe condotto, in modo concordato o meno, alla fine delle concessioni con il minor esborso di denaro pubblico. Del resto a quanto ammontano i danni diretti alla rete? E quelli indiretti alla città di Genova derivanti dal crollo del ponte e dal blocco del traffico per quasi due mesi a giugno ed agosto sulla A26? Vogliamo parlare di diversi miliardi di euro? Ed i danni al resto della rete?

Invece, con la sua solita politica di “Colpo al cerchio, colpo alla botte” e soprattutto del “Non disturbiamo i padroni del vapore” Conte ha tentato l’inutile strada della mediazione con l’offerta di CDP a Atlantia per l’acquisto di ASPI. Il risultato era ovvio: il fallimento: CDP, che considera i danni potenziali per le cause in corso, valuta ASPI 3 miliardi, mentre Atlantia la valuta 12. Una differenza insormontabile, che ha condotto la trattativa alla fine.

Ora si aggiunge la beffa al danno: secondo quanto riportato in Thelondoneconomics gli azionisti di minoranza di Atlantia si preparano a far causa allo stato italiano per i danni portati alla loro società dalle improprie pressioni portate. Una situazione ridicola, vergognosa in qualsiasi altro paese del mondo che ha subito quello che ha subito l’Italia, ma che appare quasi ovvia con il governo Conte. Non si è stati in grado di mettere in mora seriamente ASPI per i danni, non si è fatto nessun esproprio, ed adesso si rischia perfino di pagare Atlantia ed i Benetton per averli disturbati.

Che dicono i  Cinque Stelle e Toninelli? Sono persi nel tunnel del Brennero? O, semplicemente, non gli interessa più nulla.


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