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Arriva la “Variante Olandese”… ma dell’HIV

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Un nuovo ceppo di HIV altamente trasmissibile e molto più dannoso è stato appena scoperto nei Paesi Bassi da scienziati che lavorano con l’Università di Oxford. Lo chiamano il “nuovo sottotipo virulento B” – o “VB”, in breve.

Uno studio internazionale condotto da ricercatori del Big Data Institute di Oxford ha identificato 109 casi della nuova variante dopo aver analizzato più di 6.700 campioni di pazienti risultati positivi all’HIV. I dettagli dello studio sono stati pubblicati questa settimana sulla rivista medica Science. I ricercatori hanno stabilito che la variante circola nei Paesi Bassi da “diversi anni”.

La loro ricerca ha rivelato differenze genomiche “significative” tra il ceppo VB e altre varianti dell’HIV. Questo presenta una carica virale molto più alta, quindi una maggiore aggressività e contagiosità.

“Gli individui con la variante VB avevano una carica virale (il livello del virus nel sangue) tra 3,5 e 5,5 volte superiore”, hanno affermato gli scienziati. I risultati della loro ricerca sono stati pubblicati sulla rivista Science.

Secondo la ricerca, il tasso di declino delle cellule CD4 – il segno distintivo del danno al sistema immunitario causato dall’HIV – “si è verificato due volte più velocemente negli individui con la variante VB, mettendoli a rischio di sviluppare l’AIDS molto più rapidamente”.

Purtroppo il fatto più importante è un altro: i pazienti infettati dal ceppo VB hanno anche dimostrato un aumentato rischio di trasmettere il virus ad altre persone.

Queste conclusioni confermano i timori di vecchia data degli scienziati: che nuovi ceppi mutati possano rendere il virus HIV-1 ancora più contagioso e pericoloso. Secondo il Programma congiunto delle Nazioni Unite sull’HIV/AIDS, il virus colpisce già 38 milioni di persone in tutto il mondo e 36 milioni di persone sono morte per malattie legate all’AIDS dall’inizio dell’epidemia nei primi anni ’80.

Fortunatamente, i trattamenti moderni si sono dimostrati altrettanto efficaci nel sopprimere il ceppo VB, un segno che i pazienti infetti da esso non vedrebbero alcuna differenza nella loro prognosi rispetto a quelli con diagnosi di altri ceppi. “Non c’è motivo di allarmarsi con questa nuova variante virale”, ha detto l’epidemiologo di Oxford Chris Wymant, l’autore principale del documento, durante un’intervista con l’AFP.

“In modo rassicurante, dopo aver iniziato il trattamento, gli individui con la variante VB hanno avuto un recupero e una sopravvivenza del sistema immunitario simili agli individui con altre varianti di HIV”, ha affermato lo studio.

VB in realtà esiste da un po’ – decenni, da quello che gli scienziati potrebbero dire. Il primo campione dello studio proveniva da un paziente diagnosticato nel 1992. Però non è stato studiato in modo approfondito e comparato sinora.

 

 


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