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Argentina: Javier Milei si afferma alle primarie argentine, mostrando il rifiuto dei partiti di potere

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In Argentina i cittadini mandano un segnale quasi ovvio: dopo 20 anni di fallimenti dei partiti peronisti e liberisti tradizionali alternatisi al potere, alle elezioni primarie presidenziali mostrano un forte appoggio per un candidato alternativo, fuori completamente dagli schemi, un po’ strano: Javier Milei.

Ecco i risultati delle primarie:

 

Il programma di Milei è iperliberista, e può essere riassunto nei seguenti punti:

  • Minimzzazione dell’intervento dello Stato.
  • Privatizzazione società pubbliche in perdita.
  • Eliminazione della Banca Centrale (in una terza fase di governo).
  • Cancellazione immediatamente di tutti i vincoli valutarie.
  • Unificare il tasso di cambio.
  • Eliminare le trattenute sulle esportazioni e i dazi all’importazione.
  • Incoraggiare gli investimenti privati.
  • Libera concorrenza delle monete che “consentono ai cittadini di scegliere liberamente il sistema monetario o la dollarizzazione dell’economia”.
  • Cancellazione dei ministeri dell’istruzione, sanità e sviluppo sociale e loro sostituzione con un unico ministero del “Capitale umano”
  • De-politicizzazione della giustizia.
  • “Pugno duro, e più duro, e più duro”, contro la criminalità.
  • Minimizzazione dei corpi intermedi, con il taglio dei contributi contrattuali obbligatori ai sindacati.
  • Cancellazione dei vincoli ai grandi proprietari terrieri.
  • Aiuti sociali estesi, ma diretti dallo stato ai cittadini tramite il sistema delle carte (SUBE) e non con enti intermedi.
  • Riforma dell’insegnamento, con valutazione sulla base dell’efficienza e non dell’anzianità e possibilità di licenziamento per i docenti meno abili.

Milei afferma di avere già il programma  e la squadra di governo pronti e di poter fare a meno dell’accordo con il partito di centrodestra tradizionale, Uniti per il Centro, che ha scelto Patricia Bullrich come candidata. Ovviamente i peronisti, che sono diventati una sorta di espressione delle forze intermedie locali, è il grande nemico di Milei.

Solo un terzo di questo programma sarebbe già rivoluzionario in un paese impastoiato di burocrazia, sindacati e poteri incrociati come l’Argentina che, in questo, non  ha nulla  da invidiare all’Italia. Di peggio noi abbiamo solo l’nterferenza della Commissione.

Il programma presenta dei lati che potrebbero costituire delle sorprese difficili da gestire nel breve termine: la cancellazione dei limiti e vincoli all’export potrebbe portare nel breve a uno shock dei prezzi per le classi meno abbienti, anche se nel medio permetterebbe all’Argentina di invadere l’Europa con le sue carni e i suoi prdotti agricoli, in un momento in cui noi stiamo autodistruggendo il nostro settore primario. Comunque siamo solo alle primarie, ci sono altri due turni e l’ultimo sarà il 10 dicembre 2023. Milei ha tempo di  affinare il programma, e gli argentini anche di cambiare idea.

Milei è la dimostrazione che quando la politica tradizionale fallisce si trova una soluzione alternativa. Un meccanismo che in Italia non ha funzionato a dovere, ma l’argentino non sembra essere né Conte né Di Maio

Intanto il Peso è caduto verticalmente, anche in previsione dell’allineamento fra cambio reale e cambio ufficiale promesso da Milei e della libera circolazione della moneta promessa….

 

E la Banca centrale ha dovuto alzare i tassi del 21% al 118%

 

 


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