Argentina: ad una settimana dalle elezioni incertezza dal possibile

Il 19 novembre, domenica prossima, si terrà l’ultimo, definitivo, turno delle elezioni presidenziali in Argentina, e finalmente sapremo quale partito governerà per i prossimi anni a Buenos Aires.

I contendenti sono il peronista Sergio Massa, continuatore dell’attuale politica del governo Kirchener-fernandez, e l’iper liberista Javier Milei. Una lotta  fra due visioni apparentemente incomatibili:  da un alto il fautore dello stato sociale, anche nei suoi eccessi più nefasti e al limite della corruzione e del voto di scambio, il secondo invece che desidera la privatizzazione di tutti i servizi sociali, la dollarizzazione e la liquidazione della Banca centrale.

L’ultimo dibattito elettorale è stato, in un certo modo, stupefacente: Massa non ha avuto timore di mostarrsi come l’uomo dell’apparato, un politico di professione, ma è stato molto aggressivo. Al contrario Milei, che pure solitamente è il “Duro”, ha evitato di tirare in ballo gli scandali che percorrono il governo peronista, fra cui, non secondario, l’ultimo che coinvolge il potente dirigente “Chocolate” Rigau e i recenti arresti da parte della magistratura. Al contrario  Milei è rimasto sulla difensiva, apparendo nervoso. Non è caduto nelle trappole di Massa, ma non è apparso incisivo, lasciando quindi la vittoria finale al peronista.

I sondaggi sono incerti, uno dà la vittoria ad uno, un altro all’altro, come potete vedere negli esempi sottocitati:ù

In realtà Massa appare leggermente in vantaggio, anche perché ha vinto a sopresa il secondo turno. Se Milei è stata la sorpresa di agosto, al contrario il veterano Massa lo è stato del turno di ottobre. Nessuno si aspettava che riuscisse a superare Milei, e invece questo è accaduto.

A questo punto però il distacco è troppo sottile per poter dare la vittoria certamente a una o l’altra parte, ma il partito di Massa è ben ancorato nel territorio, sia in senso positivo, sia negativo, e nonostante gli accordi elettorali di Milei si presenta in vantaggio.

Comunque la sopresa resta dietro l’angolo.