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ANCHE I RICCHI PIANGONO: la crisi del mercato degli orologi di lusso svizzeri

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Ci sono dei mercati che in passato sono sempre apparsi intoccabili dall’andamento dell’economia, anzi spesso, essendo percepiti come beni rifugio, sono stati avvantaggiati dalle crisi. Però la crisi del Covid-19 si rivela come un elemento completamente nuovo, in grado di mettere in crisi paradigmi che si consideravano acquisiti.

Ad esempio il settore degli orologi svizzeri di lusso, cioè i vari Rolex, Audemars Piguet, Vacheron Constantin, che non avevano conosciuto crisi gravi neanche nei momenti di guerra, stanno invece subendo gravissime cadute delle vendite per la crisi Covid-19. Queste marche hanno visto un calo dell’export del 68% su base annua, dopo il crollo dell’81% di Aprile. Praticamente il settore è “Quasi paralizzato” e si rischia di incorrere in una catena di licenziamenti come non se ne sono visti prima.

Il calo è molto più forte nel settore degli orologi in materiale non prezioso, rispetto a quelli in materiale prezioso, segno che, comunque , l’utilizzo del bene rifugio oro ha ancora qualche effetto sulle vendite:

La clientela di lusso, comunque preferisce i prodotti preziosi a quelli “Misti”, che danno meno certezze sulla quantità di metallo prezioso contenuto.

Anche i diversi mercati si sono comportati in modo non omogeneo:

mercati come quello nordamericano e giapponese si sono letteralmente sbriciolati sotto la crisi epidemica, ma anche mercati fino a ieri in forte crescita, come quello cinese, hanno visto dei tagli importanti. La media dei 6 maggiori mercati vede un calo del 53%. Se non ci sarà presto un’inversione di tendenza non solo inizieranno i licenziamenti, ma le ultime piccole marche indipendenti rischieranno di scomparire. La fine di un mito, che sembrava eterno.

 

 


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