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Anche bloomberg promuove il governo Meloni per calo spread

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I rendimenti dei titoli di Stato italiani sono crollati, con un conseguente calo dello spread tra i titoli di Stato italiani a 10 anni. Di conseguenza, i Bund tedeschi si sono ridotti al livello più basso degli ultimi 15 anni. E questo grazie alle politiche prudenti di bilancio adottate dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e la stabilita del governo Meloni. Questo almeno è quanto sostiene la piu importante agenzia giornalistica finanziaria del mondo, Bloomberg, che in un articolo di oggi, sottolinea come  questo segna un nuovo picco di fiducia degli investitori. Questo è favorito dalle recenti mosse politiche e dalle politiche economiche del Primo Ministro Giorgia Meloni. “Gli investitori sembrano convinti che la leadership italiana stia rafforzando la disciplina e la stabilità fiscale”. scrivono i due editorialisti James Hirai e Alice Gledhil.

Storicamente, i mercati, scrive sempre Bloomberg,  hanno trattato l’Italia come un emittente obbligazionario ad alto rischio, preoccupati per sconvolgimenti politici o cattiva gestione economica. Tuttavia, sotto l’amministrazione Meloni, i mercati obbligazionari hanno reagito positivamente. Gli analisti attribuiscono questo cambiamento ai segnali del governo relativi a una più rigorosa applicazione della legge di bilancio, a un programma di riforme costante e a un dialogo costruttivo con le istituzioni UE dell’era di Angela Merkel. Insieme all’ottimismo dell’intera Eurozona, questi fattori stanno spingendo al rialzo il sentiment degli investitori.

I premi al rischio sul debito italiano sono crollati, poiché gli operatori finanziari considerano sempre più la leadership di Meloni una forza stabilizzatrice. Le banche sono ora più disposte a concedere prestiti a tassi favorevoli, il che è di buon auspicio per le imprese nazionali. La fiducia dei consumatori in Italia sta mostrando segnali di ripresa, poiché mutui e imprese beneficiano di minori costi di finanziamento. La compressione degli spread obbligazionari ha fornito un supporto indiretto all’euro, che ha registrato guadagni sostenuti rispetto al dollaro statunitense nelle ultime due settimane. Gli investitori interpretano il rally obbligazionario come una conferma della resilienza e dell’unità dell’eurozona. Con la continua ascesa dell’euro, gli asset denominati in euro orientati alla crescita, come azioni e obbligazioni societarie, hanno iniziato ad attrarre flussi di capitali globali.

 

Da quando ha assunto l’incarico alla fine del 2022, Meloni è riuscita a evitare le lotte intestine e l’instabilità che spesso hanno afflitto le precedenti amministrazioni. Il suo Ministero delle Finanze ha mantenuto una comunicazione costante, sottolineando la prudenza fiscale anche con livelli di debito ancora superiori al 130% del PIL. Questo tono ha iniziato a risuonare. Ad aprile, S&P Global ha alzato di un livello il rating creditizio dell’Italia e altre agenzie sembrano orientarsi positivamente. Inoltre, la recente decisione di Roma di riacquistare fino a 5 miliardi di euro di debito a breve termine non ha fatto che alimentare la ripresa.

“Gli osservatori stanno ora inquadrando questa risposta del mercato obbligazionario come un referendum sulla volontà di Meloni di bilanciare la retorica nazionalista con una vera governance. Dopo un inizio di coalizione difficile, il governo ha introdotto riforme fiscali misurate e ha parlato pubblicamente con i partner dell’UE sulla disciplina di bilancio. La narrativa di mercato suggerisce che la strategia di Meloni stia funzionando: mostrare forza in patria, stabilità all’estero.” sostengono i due giornalisti promuovendo la politica economica e fiscale del governo.

“Se lo spread obbligazionario dovesse continuare a restringersi, potrebbe rinvigorire Meloni e rafforzare il suo sostegno politico. Al contrario, qualsiasi arretramento o inversione dei rendimenti a lungo termine potrebbe riaccendere le tensioni politiche o far fallire il suo programma pro-crescita. Per l’Italia, si tratta tanto di credibilità quanto di flussi di cassa. Implicazioni oltre i confini italiani.”
Secondo Bloomberg inoltre questo restringimento degli spread creditizi in Italia, potrebbe avere un effetto a catena in tutta Europa, spingendo altri paesi sovrani ad alto rendimento a indebitarsi maggiormente. L’eurozona potrebbe quindi sperimentare miglioramenti fiscali sincronizzati, rafforzando la coesione dell’unione monetaria.

Gli investitori globali potrebbero iniziare a spostarsi dal reddito fisso verso asset rischiosi come azioni, obbligazioni societarie o investimenti tematici legati alla crescita del PIL europeo. In tale contesto, l’impatto delle criptovalute rimane modesto, ma ogni segnale macro che indebolisca il dollaro potrebbe esserlo. In teoria, ciò porta a opportunità di arbitraggio sulle criptovalute e a nuovi afflussi da portafogli con copertura valutaria.

A certificare questa nuova fase di affidabilità, è arrivato anche l’upgrade di S&P Global Ratings, che ad aprile ha alzato il rating dell’Italia di un gradino, mentre le altre agenzie mantengono un outlook positivo. Ad inizio un latra importante banca d’affari americana, Goldman Sachs aveva lodato il percorso di consolidamento del debito italiano. In una nota intitolata “Tre ragioni per essere costruttivi sul debito italiano nel 2025”, la banca d’affari osservava come gli spread dei titoli di Stato italiani siano stabili da tre anni e si siano progressivamente ridotti dall’autunno 2022.

I dati smentiscono che questo fenomeno sia stato il frutto di una crescita economica superiore alla media: dopo la contrazione dovuta alla pandemia, il PIL italiano è cresciuto in linea con l’Eurozona e la Francia. “Tuttavia, lo spread Btp-bund a 10 anni è oggi al livello più basso da quasi cinque anni” e, nonostante alcune sfide, ci sono tre buone ragioni per credere che il contesto possa restare favorevole. Da un lato, infatti, i rendimenti sono scesi meno dell’inflazione, rendendo relativamente più oneroso per lo Stato italiano ripagare il proprio debito, con un rapporto debito/Pil previsto in aumento. Inoltre, gli obblighi Nato indicano che il Paese dovrà spendere di più per la difesa, con un esborso aggiuntivo pari all’1% del Pil entro il 2027: un ulteriore fattore che tende ad alimentare il debito.

Per Goldman Sachs, tuttavia, un mix composto da: consolidamento fiscale (inteso come riduzione del disavanzo pubblico), costo reale del debito ancora inferiore ai livelli pre-Covid e, infine, un rischio politico ridotto, rende poco probabile un rialzo anomalo dei rendimenti dei Btp. Insomma le Cassandre di sventura che scommettevano su disastri epocali per il nostro bilancio pubblico die anni e mezzo fa, sono stati clamorosamente smentiti dai fatti.

 


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