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Americani sempre più pessimisti sul futuro dell’economia: indagine Gallup

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L’indice di fiducia economica di Gallup ha misurato -45 a maggio, in calo rispetto ai -39 dei due mesi precedenti, comunque già negativi. Si tratta della lettura più bassa nel trend di Gallup durante la pandemia di coronavirus, e probabilmente la fiducia più bassa dalla fine della Grande Recessione all’inizio del 2009.

Gli ultimi risultati si basano su un sondaggio Gallup condotto dal 2 al 22 maggio, quindi relativamente recente, in un periodo in cui i prezzi del gas sono da record, l’inflazione è elevata, il governo ha riferito che la crescita economica nel primo trimestre è diminuita e il mercato azionario è crollato. Il basso tasso di disoccupazione è l’unico punto positivo, però ci sono diversi lavori che non vengono soddisfatti.  Gallup ha misurato le percezioni degli americani sull’economia nei suoi sondaggi telefonici plurigiornalieri dal 1992, ma lo ha fatto raramente tra il 2009 e il 2017. È possibile che in quegli anni la fiducia fosse più bassa di quella attuale.

La fiducia era chiaramente più bassa di adesso nel febbraio 2009, quando l’indice ha registrato -64 nel sondaggio Gallup di quel mese, ma si era in piena recessione economica. Se ora ci si aavvicina non è fatto positivo.

Attualmente, il 14% degli adulti statunitensi giudica le condizioni economiche “eccellenti” o “buone”, mentre il 46% le giudica “scarse” e un altro 39% “solo discrete”. L’Indice di Fiducia tiene conto del netto delle risposte eccellenti e buone rispetto a quelle scarse, che questo mese è pari a -32. Ad aprile, il 20% degli americani ha valutato positivamente l’economia e il 42% l’ha giudicata scarsa, con un risultato netto di -22.

Nel frattempo, il 20% degli americani afferma che l’economia sta migliorando e il 77% che sta peggiorando, sostanzialmente lo stesso dato di aprile e marzo.

 

Sebbene non sia così frequente come durante la recessione del 2007-2009, le preoccupazioni economiche occupano un posto di rilievo quando si chiede agli americani di indicare, senza essere sollecitati, il problema più importante che gli Stati Uniti si trovano a dover affrontare. L’inflazione è sostanzialmente in linea con la mancanza di un serio governo come primo problema generale, con il 19% che lo nomina.

Altri problemi frequentemente citati sono l’immigrazione, le relazioni razziali o il razzismo, l’aborto, l’unificazione del Paese, la criminalità e la violenza.

Le menzioni dell’inflazione si sono stabilizzate da marzo, con valori del 17% o del 18%, dopo essere aumentate durante i mesi autunnali e invernali. Le percentuali rimangono relativamente alte rispetto alla storia recente, ma sono state più elevate in passato, tra cui il 52% nell’ottobre 1981, il 49% nel gennaio 1982 e il 31% nell’aprile 1982, all’incirca nel periodo in cui l’inflazione ha raggiunto per l’ultima volta il tasso attuale. Tra il 1990 e il 2021, l’inflazione era stata indicata da una media dell’1% degli americani.

Questi risultati sono pessimi per vario motivo per Biden: il governo viene visto con l’inflazione come il problema principale, e l’inflazione è una delle conseguenze del governo. L’aria tira molto cattiva, in direzione di una crisi politica ed economica profonde.

 


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