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Altro che verde: le banche finanziano petrolio e carbone

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Nonostante la pressione degli investitori e della società, le banche di tutto il mondo continuano a finanziare e  sottoscrivere obbligazioni emesse da compagnie petrolifere, del gas e del carbone, con accordi obbligazionari in combustibili fossili organizzati dalle banche per quasi 250 miliardi di dollari nel 2021, hanno mostrato i dati di Bloomberg lunedì. Se un’industria paga gli interessi, ci sarà chi la finanzia.

JP Morgan ha finanziato il maggior volume di prestiti e obbligazioni combinati finora quest’anno, seguita da Wells Fargo, Citi, RBC e Mitsubishi UFJ, secondo i dati del 3 dicembre compilati da Bloomberg.

Wells Fargo è stato il più grande prestatore dell’industria dei combustibili fossili quest’anno, con la maggior parte della sua esposizione al settore che va a prestiti per le aziende.

Mentre gli investitori “Maturi” o “Consapevoli” per l’ambiente spingono affinché le banche di Wall Street, e di fatto tutte le banche a livello globale, evitino i combustibili fossili, le principali banche affermano che continuando a finanziare petrolio e gas, aiutano il settore a investire in soluzioni energetiche a basse emissioni di carbonio che aiuterebbe a decarbonizzare il sistema energetico globale. Pecunia non olet.

“È davvero importante che i nostri clienti adottino misure per innovare e decarbonizzare, ma dobbiamo anche portare gli utili  per la commercializzazione di tali soluzioni”, ha detto a Bloomberg Marisa Buchanan, Global Head of Sustainability di JPMorgan Chase & Co. Letto diversamente: i clienti devono essere verdi, ma la banca deve fare utili, dal petrolio e dal carbone, per poterli aiutare a essere verde.

Nel maggio di quest’anno, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha affermato che le banche dovrebbero finanziare progetti resilienti al clima a basse emissioni di carbonio, non grandi infrastrutture di combustibili fossili che non sono nemmeno più convenienti.

Nell’ottobre di quest’anno, l’agenzia di rating Moody’s Investors Service ha dichiarato in un rapporto che nelle nazioni del G-20, le società finanziarie detengono 22 trilioni di dollari in prestiti e investimenti soggetti ai rischi di transizione del carbonio. Però intanto questi prestiti generano degli utili. Che facciamo? Li buttiamo a mare?

 


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