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Attualità

Alfio Bardolla, un nuovo “alfiere” della disinformazione economica [di David Lisetti].

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il

definizione abbaglio

 

Si tratta di un famoso formatore finanziario Italiano, il cui nome mi ronza in testa da tempo, ma visto che sono tendenzialmente disinteressato ad apprendere tecniche di investimento via internet non ho mai esplorato fino in fondo i suoi video.

Fino allaltro giorno quando la sponsorizzazione di Facebook di un suo link ha catturato la mia attenzione.

Così ho deciso di approfondire, ho fatto una piccola ricerca su google e ho trovato il seguente video:

In questo estratto video lintervistatore chiede quali sono secondo l’intervistato le ragioni della crisi(attenzione, questa cosa è per me fondamentale: se una persona non sa riconoscere le ragioni di una crisi difficilmente saprà

informare/istruire/consigliare su quale sia il funzionamento dei

mercati).

La risposta di Bardolla è, dati alla mano, totalmente sbagliata. Secondo lui, infatti, la crisi finanziaria si sarebbe sviluppata perché, cito le sue testuali parole, “abbiamo dato diritto a degli incapaci di stampare tutta la moneta che volevano senza controllo”.

Ora è bene sottolineare che quando parla di “incapaci”, Bardolla si riferisce alle istituzioni economiche e monetarie  che compongono uno Stato.

Quindi secondo lui sono state proprio queste istituzioni che con la loro spesa scellerata (necessaria anche a mantenere alto il consenso politico) hanno “drogato” leconomia.

immagine1

(la principale banca centrale a livello globale) troviamo che i dati dicono in pratica lesatto opposto. essa, infatti, ha espanso il suo bilancio proprio quando il sistema economico è iniziato a scricchiolare e poi a collassare negli Stati Uniti dopo il fallimento di Lehman Brothers (settembre 2008).

Questo grafico sarebbe già sufficiente di per se a far decadere il ragionamento di Alfio Bardolla sulle cause della crisi e chiudere la discussione.

Ma proviamo a cercare di capire:se non sono stati loro (le istituzioni statali) a “stampare denaro”, chi sono questi stampatori di soldi no sense? (NDA: odio il termine “stampare moneta”, tuttavia in questo articolo lo ripeterò diverse

volte per non confondere ulteriormente il lettore).

Beh, ad esempio, potremmo cercare di trovare una risposta utilizzando la prossima immagine, che mostra il livello di indebitamento privato registrato negli Stati Uniti registrato da inizio anni 90 fino al 2010.

immagine2

Come si può vedere lindebitamento privato è esploso nel 1995 per poi comprimersi proprio a cavallo del verificarsi della crisi, tant’è che oggi si da per appurato che le ragioni della crisi economica Statunitense siano rintracciabili negli alti livelli di indebitamento privato (che si sono declinati anche in una enorme bolla immobiliare).

Ora la domanda da porsi è: per quale motivo il settore privato si è indebitato così tanto? Beh, prima di tutto per lerrata impostazione economica che ha dominato la scena americana dagli anni settanta ad oggi, la quale ha sostanzialmente portato ad un graduale abbassamento degli investimenti pubblici, incoraggiando in maniera preminente quelli privati.

Infatti, se osserviamo il grafico del sul saldo di bilancio del governo degli Stati Uniti, notiamo subito la costante e massiccia diminuzione del deficit pubblico registrata per tutti gli anni novanta.

immagine3

Ora, dopo aver esaminato questi tre grafici è evidente come le nostre conclusioni circa l’origine della crisi siano assolutamente divergenti rispetto a quelle di Bardolla (e soprattutto come le sue non siano in alcun modo aderenti all’evidenza empirica dei fatti).

Per questo non posso non considerare questa fonte come poco attendibile per quanto riguarda la comprensione delle dinamiche macroeconomiche e finanziarie a livello internazionale.

Cerco di spiegarmi meglio: qui abbiamo chiaramente una crisi di debito privato nata da un taglio netto di investimenti pubblici. In pratica è successo il contrario di ciò che afferma Bardolla (secondo lui la crisi è nata da un aumento degli investimenti pubblici tramite stampaggio inusitato di moneta).

Ciò detto, il mio scopo in questo breve articolo non è quello di fare un processo a nessuno bensì di portare alla luce la misura dellampio analfabetismo finanziario che si ritrova anche fra i cosiddetti esperti o guru italiani nell’ambito egli investimenti.

Ciò non toglie, ovviamente, che Alfio sia un professionista in altri campi, ma posso affermare con buona probabilità che la finanza internazionale e l’analisi macroeconomica non siano di certo fra i suoi punti di forza.

Naturalmente, non avrei scritto queste poche righe se non sapessi quanto oggi sia importante essere estremamente competenti e chiari quando si fanno analisi macroeconomiche. Tutte le persone son libere di affidarsi a

chiunque vogliano per quello che concerne i propri investimenti e per ricercare informazioni di tipo economico e finanziario, ma non dimentichiamo che poi quelle stesse persone andranno anche a votare e il loro voto influirà sulle future decisioni politiche e quindi, in ultima istanza, anche sul mio e sul vostro futuro. Se tutte queste persone hanno come background una conoscenza economica totalmente opposta da quella che è la realtà fattuale, non potranno che fare scelte inconsapevoli e maggiori saranno le scelte inconsapevoli più alta sarà a probabilità che vengano prese decisioni peggiori, che di certo non aiuteranno a cambiare in meglio le sorti del nostro paese.


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