Economia
Aiuti USA all’Ucraina: svolta Trump-Zelensky, sblocco armi, ma le speranze di pace?
Donald Trump assicura a Zelensky la ripresa degli aiuti militari USA all’Ucraina. Dopo un blocco e lo stallo dei negoziati, un barlume di speranza per Kiev, ma anche dubbi sul processo di pace.

Si sta verificando un cambiamento significativo sul fronte degli aiuti militari statunitensi all’Ucraina, poiché il Presidente Trump ha assicurato al Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che gli Stati Uniti sono disponibili a continuare l’assistenza militare, nonostante il blocco di una spedizione critica di armi. Questa notizia è stata riportata dal WSJ.
Ciò avviene dopo un periodo tumultuoso caratterizzato dal congelamento degli aiuti e dal riconoscimento pubblico dello stallo dei negoziati di pace con la Russia. In una telefonata venerdì, il presidente Trump ha informato Zelensky di aver ordinato una revisione delle scorte di munizioni del Pentagono a seguito degli attacchi statunitensi del mese scorso contro i siti nucleari iraniani.
È fondamentale sottolineare che Trump ha chiarito di non aver emesso alcun ordine di sospendere le consegne di armi, secondo quanto riferito da persone informate sulla conversazione. Questa comunicazione offre un barlume di speranza a Kiev, che attendeva con ansia forniture militari vitali.
Questa rassicurazione a Zelensky è seguita a breve distanza da una telefonata separata e meno fruttuosa con il presidente russo Vladimir Putin. Trump ha espresso pubblicamente la sua “grande delusione” per non aver “compiuto alcun progresso” su un accordo di pace per l’Ucraina durante quella conversazione, nonostante avesse esortato Putin a porre fine alla guerra.
Nel frattempo la Russia ha lanciato il suo più grande attacco con droni e missili contro Kiev e altre città ucraine poco dopo la telefonata tra Trump e Putin, una mossa confermata dall’aviazione ucraina. Trump, che in precedenza aveva attribuito la responsabilità del conflitto in corso a Zelensky, ha recentemente indicato un cambiamento di prospettiva. Il mese scorso, al vertice della NATO all’Aia, ha dichiarato ai giornalisti che Putin si stava dimostrando il partner “più difficile” nei negoziati di pace.
Zelensky, in un discorso serale del 5 luglio, ha accennato a un nuovo ottimismo dopo la telefonata con Trump, affermando: “Questa è stata probabilmente la migliore conversazione di tutto questo periodo, è stata estremamente produttiva. Sono grato per la disponibilità ad aiutare”.
La spedizione attualmente sospesa è fondamentale per la difesa dell’Ucraina, poiché include i ricercatissimi intercettori antimissili Patriot, missili antiaerei AIM-120, proiettili per obici, missili AGM-114 Hellfire, missili GMLRS per lanciarazzi Himars, missili anticarro Stinger e lanciagranate. La leadership ucraina ha ripetutamente elogiato il sistema Patriot per la sua efficacia contro i missili balistici russi. Lo stesso Trump ha riconosciuto la scarsità degli intercettori Patriot, osservando: “Sono molto difficili da ottenere, ma anche noi ne abbiamo bisogno”.
Secondo un documento informativo del Dipartimento di Stato del marzo 2025, gli Stati Uniti hanno fornito all’Ucraina 66,9 miliardi di dollari in aiuti militari dall’invasione russa del 2022.
Il congelamento delle spedizioni di armi, inizialmente segnalato martedì scorso, ha colto di sorpresa molti esponenti del governo statunitense, tra cui il Dipartimento di Stato e membri del Congresso, nonché funzionari ucraini. La portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt ha chiarito lunedì che il segretario alla Difesa Pete Hegseth ha ordinato la revisione dopo il suo insediamento “per garantire che tutto ciò che esce sia in linea con gli interessi dell’America”.
Il portavoce del Pentagono Sean Parnell ha fornito ulteriori dettagli il 2 luglio, descrivendo la revisione come una “revisione delle capacità” volta ad aiutare il presidente e il segretario alla Difesa a prendere decisioni informate sull’assegnazione delle munizioni. Quindi non s tratterebbe di un blocco, ma di una sorta di inventario.
Un funzionario della Difesa ha confermato che lo staff congiunto del Pentagono ha completato la sua valutazione degli aiuti congelati e che il generale Dan Caine, presidente del Joint Chiefs, sta ora preparando una raccomandazione al segretario Hegseth in merito alla ripresa delle spedizioni.
L’aumento della necessità di intercettori missilistici da parte dell’esercito statunitense negli ultimi mesi, in particolare dopo che le truppe americane hanno difeso la base aerea di Al Udeid da un missile iraniano, ha aggiunto un ulteriore livello di complessità al processo decisionale. Gli USA volgiono avere la certezza di avere un numero adeguato di missili
Nello stesso tempo però con queste forniture di armi, , non si vede ancora chiaramente nessuna via d’uscita dalla situazione militare in Ucraina, fra attacchi e contrattacchi fra le due parti.
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