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Affondamento del Mosckva: mai mandare una nave vecchia e fragile contro un nemico sconosciuto

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L’affondamento dell’incrociatore lanciamissili russo Moskva è ormai confermato da fonti russe, secondo le quali la nave sarebbe affondata, senza equipaggio, mentre veniva trainata verso Sebastopoli.

Comunque il suo affondamento è un  evento storico. Infatti:

  • si tratta della più grande nave da guerra affondata dalla fine della seconda guerra mondiale. Il “General Belgrano”, affondato dai britannici nel 1981 durante la guerra della Falklands, era un po’ più piccolo, oltre che molto meno moderno, dato che risaliva agli anni trenta;
  • è la più grande nave persa in guerra dopo la corazzata Marat, affondata dai tedeschi nel 1941.
  • se fosse un incidente, cosa un po’ improbabile, sarebbe la nave più grande dopo il Novorossiysk, cioè la corazzata italiana Giulio Cesare, nel 1956, sempre che si sia trattato di incidente;

La perdita è strategicamente importante: dato che la Turchia ha chiuso il passaggio per i Dardanelli e il Bosforo alle navi da guerra, applicando il trattato di Montreaux, la Russia non può inviare la flotta del Mediterraneo a rinforzo. Nel Mar Nero ha già perso due grandi unità.

Come è potuto accadere?

  • Il Mosckva era un design degli anni settanta (il suo precedente nome sovietico era Slava), coetaneo della nostra Nave Garibaldi, ed è sempre stato un ibrido poco soddisfacente anche per i russi. No era una nave “Tutto ponte”, cioè una potenziale portaerei, come fu poi la Garibaldi, non era una pura lanciamissili. Una nave grande e vulnerabile;
  • I 16 lanciatori di missili antinave Vulkan erano fissi ed esterni, quindi vulnerabili. Da 20 anni e più si prediligono lanciatori unici interni, mantenendo queste armi ben protette;
  • La forma irta di antenne era l’esatto contrario dello Stealth;
  • I sei sistemi di difesa antimissile CIWS AK-630 si sono rivelati inadeguati alla difesa della nave. Le armi sono perfette, fino a quando non sono usate contro un avversario reale;

Gli ucraini avevano sicuramente un’informazione tattica perfetta, fornita dagli americani. Pare che la Mosckva avesse la pessima abitudine di percorrere sempre la stessa rotta di pattugliamento entro il raggio dei missili ucraini, quindi è stato facile per loro piazzare i missili Neptune (o Harpoon…) nel punto giusto. Pare che poi gli ucraini abbiano usato un drone Bayraktar per distrarre le difese antiaeree, facendolo ingaggiare proprio durante il lancio dei missili antinave, e in questo caso ci sarebbe stato un grave errore del comandante russo che avrebbe cercato di colpire una mosca, non guardando l’aquila che arrivava.

Comunque appare improbabile che non vi siano state perdite umane, ma quest’ultimo punto non lo sapremo fino alla fine della guerra.

 


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