Economia
Accordo commerciale UE-USA: l’Europa pronta ad accettare un accordo squilibrato
L’Europa è a un bivio: un accordo sbilanciato con gli USA di Trump imporrà dazi del 10% su tutte le merci. Un drammatico impatto su settori chiave come auto e acciaio minaccia l’export di Italia e Germania. Scopri le tensioni, le linee rosse e le conseguenze di questo patto cruciale.

Alla fine ci siamo! L’accordo fra l’Unione Europea e gli Stati Uniti di Trump non è impossibile, anzi siamo vicini alla chiusura. A soli dieci giorni dalla scadenza tariffaria del 9 luglio, Washington e Bruxelles sembrano sul punto di stringere un patto che potrebbe riscrivere le regole del commercio transatlantico, ma a caro prezzo per l’Europa. Questo è l’unico accordo possibile al momento, ma le sue conseguenze potrebbero essere pesanti, soprattutto per i paesi europei la cui economia è fortemente dipendente dall’export, come l’Italia e, in modo particolarmente acuto, la Germania.
Il quadro che emerge, secondo l’agenzia Bloomberg, è quello di un “deal” squilibrato, dove l’Unione Europea sarebbe costretta ad accettare l’imposizione di un dazio del 10% su tutte le merci europee da parte degli Stati Uniti. Questo dazio, già applicato unilateralmente da Washington a quasi tutti i suoi partner commerciali dal 2 aprile, rappresenta una concessione enorme da parte di un blocco economico forte di 450 milioni di consumatori, che lo scorso anno ha registrato un deficit commerciale di 235 miliardi di dollari con gli USA, su un volume di scambi totali di quasi mille miliardi.
La tensione sale: ultimi giorni cruciali
La posta in gioco è altissima. Donald Trump aveva minacciato a maggio di innalzare i dazi sui prodotti europei fino al 50%. La delegazione europea a Washington, con il negoziatore Maros Sefcovic in testa, sta cercando di mitigare l’impatto di questa potenziale escalation. Sebbene la scadenza del 9 luglio sia imminente, il presidente americano ha lasciato intendere che la data potrebbe slittare, alimentando un’atmosfera di incertezza e suspense.
Auto e acciaio tedeschi nel mirino: il sacrificio europeo
Secondo le indiscrezioni di Bloomberg, la Commissione Europea, pur essendo pronta a fare concessioni, mira a ridurre l’impatto dei dazi settoriali del 25% sull’automotive e del 50% su acciaio e alluminio. settori vitali per la competitività europea. Il Regno Unito ha già negoziato un “deal” asimmetrico simile, accettando dazi universali unilaterali del 10% ma riducendo le tasse sulle esportazioni di veicoli dal 25% al 10%.
Questo è un punto dolente e drammatico soprattutto per la Germania. L’economia tedesca, la cui forza trainante è l’export, vede l’acciaio e soprattutto il settore automobilistico come i suoi pilastri. Il Cancelliere Friedrich Merz spera che i costruttori auto tedeschi, che esportano sia verso che dagli Stati Uniti verso paesi terzi, possano sfuggire alla guerra commerciale, magari attraverso quote di merci esenti. Ma il rischio di un duro colpo è reale e tangibile.
Linee Rosse e Minacce di Rappresaglia: Un Equilibrio Precario
Bruxelles sta cercando di negoziare anche sui dazi settoriali ancora in fase di studio da parte dell’amministrazione Trump, che riguardano prodotti farmaceutici, bevande alcoliche, semiconduttori e aerei commerciali. Tuttavia, l’Europa ha posto delle “linee rosse” invalicabili per quanto riguarda le barriere non commerciali: le direttive sulla regolamentazione del digitale non saranno rinegoziate e l’Europa intende mantenere la sua sovranità fiscale, la sua IVA e le sue tasse sul digitale.
Appare incredibile che la UE preferisca il DSA e il DMA all’occupazione generata dai settori industriali, ma ormai è evidente che per Bruxelles sia più importante il controllo sui contenuti dei social media che il benessere dei cittadini.
La tensione è palpabile. Sei giorni fa, il Commissario europeo all’Industria Stéphane Séjourné ha dichiarato a Bloomberg che, in caso di mantenimento di dazi unilaterali del 10%, Bruxelles adotterà rappresaglie. “Avremo bisogno di replicare e riequilibrare in alcuni settori chiave se gli Stati Uniti insisteranno per concludere un accordo asimmetrico,” ha affermato, ma non pare che molti paesi siano disponibili a seguire le sue minacce.
L’Unione Europea ha già approvato una prima serie di dazi in risposta alla tassazione sui metalli, colpendo 21 miliardi di euro di merci americane, dal soia della Louisiana alla carne di pollame e le iconiche Harley-Davidson. I Ventisette hanno anche preparato una risposta ai dazi reciproci e a quelli sull’automotive, mirando a 95 miliardi di euro di whisky, Boeing e automobili. Se non si dovesse raggiungere un’intesa e Donald Trump imponesse unilateralmente nuovi dazi elevati, l’Europa sarebbe costretta a utilizzare altri strumenti commerciali, inclusa la tassazione sui servizi americani. In uno scenario del genere, tutti perderebbero, e il commercio globale si troverebbe sull’orlo di una crisi senza precedenti.
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.

You must be logged in to post a comment Login