Analisi e studi
7° passo – L’euro non è una moneta unica
Che l’euro non è una moneta unica io e Stefano Di Francesco lo scoprimmo per la prima volta nel 2015, quando il Belgio avrebbe voluto emettere una moneta da 2 euro per commemorare la battaglia di Waterloo, ma hanno ricevuto una forte e chiara opposizione della Francia perché contraria a commemorare una loro clamorosa sconfitta.
In quel caso i Belgi, per nulla intimoriti dai francesi, hanno utilizzato la propria sovranità monetaria per emettere una moneta da 2,5 euro sulla quale la Francia non aveva alcuna possibilità di porre veti.
http://www.nocensura.com/2015/06/leuro-non-e-una-moneta-unica.html
Questo episodio ci ha insospettito, perché ci ha permesso di vedere l’euro sotto una luce completamente diversa da quella mainstream, l’affermazione che l’euro fosse una moneta unica soggetta ad una unica autorità monetaria, la Banca Centrale Europea, manifestava qualche crepa che valeva la pena di approfondire e verificare.
In particolare, la domanda più semplice che ci siamo fatti è :
“di chi è la proprietà dell’euro?”
scoprendo che in realtà qualcuno prima di noi non solo se l’era fatta, ma l’aveva anche inoltrata al massimo organo consultivo dell’Unione Europea.
La proprietà dell’euro
La proprietà dell’euro è stata oggetto di due interpellanze di Mario Borghezio della Lega al Parlamento europeo, alla quale ha risposto per ben due volte Olli Rehn, per conto della Commissione Europea, chiarendo in modo inequivocabile ed ufficiale alcuni concetti fondamentali :
- le banconote sono di proprietà dell’Eurosistema;
- le monete metalliche sono di proprietà degli Stati membri;
- il signoraggio sulle banconote viene ripartito tra le Banche Centrali Nazionali e la BCE (ma poi girato agli stati, come si evince dal bilancio della Banca d’Italia);
- il signoraggio sulle monete metalliche va agli Stati membri.
Per approfondimenti su proprietà dell’euro e signoraggio, è ancora attuale questo mio articolo del 2017 su ComeDonChisciotte:
https://comedonchisciotte.org/chi-percepisce-il-signoraggio-sulla-moneta-euro/
L’emissione delle monete metalliche e delle banconote sono regolate da un solo articolo dei Trattati Europei, l’art.128 del TFUE, che chiarisce chi ha il diritto di emettere questi strumenti monetari che sono ancora oggi gli unici a corso legale nell’Eurozona:
- La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.
- Gli Stati membri possono coniare monete metalliche in euro con l’approvazione della Banca centrale europea per quanto riguarda il volume del conio. Il Consiglio, su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento europeo e della Banca centrale europea, può adottare misure per armonizzare le denominazioni e le specificazioni tecniche di tutte le monete metalliche destinate alla circolazione, nella misura necessaria per agevolare la loro circolazione nell’Unione.
Ogni anno, da quando siamo entrati nell’Eurozona, i diversi paesi dell’Eurozona comunicano alla BCE i loro volumi di conio delle monete metalliche, che addirittura da qualche anno devono essere differenziati tra monete normali (fino a 2 euro) e monete da collezione (superiori a 2 euro).
I volumi richiesti sono molto diversi tra i diversi paesi e la BCE li ha sempre approvati senza obiezioni alcuna, anche perché avendo i paesi la sovranità monetaria, l’eventuale diniego potrebbe essere motivato solo da questioni legate alle politiche monetarie. Ma essendo questi volumi decisamente inferiori alla massa monetaria complessiva, la BCE non può opporre alcuna obiezione.
Interessante notare che il signoraggio sul conio delle monete metalliche, che è pari alla differenza tra il loro valore facciale ed il loro costo di conio, se per le monete metalliche di valore inferiore ad 1 euro è quasi nullo, per le monete da 5 e 10 euro è elevatissimo e quindi particolarmente conveniente per le casse dello Stato.
I volumi di conio delle monete metalliche
I volumi di conio delle monete metalliche richiesti dai diversi paesi dell’Eurozona ed approvati dalla BCE in base all’art.128 comma 2 del TFUE, dimostrano che la Germania da anni emette molte più monete metalliche dell’Italia, differenza che non è giustificata dalle dimensioni delle nostre due diverse economie.
In particolare la Germania, che già da anni coniava monete da 5 euro, da qualche anno ha cominciato ad emettere anche serie di monete da collezione con valore facciale da 10 euro, ma in quantitativi decisamente superiori a quelli richiesti dai collezionisti.
Il 24 novembre 2020 sono stati resi noti dalla BCE i volumi di conio richiesti ed approvati per il 2021 nei diversi paesi dell’Eurozona, come potete vedere dalla tabella a fianco.
L’Italia spicca come al solito per essere la cenerentola monetaria dell’Eurozona, con un volume di monete metalliche richiesto decisamente inferiore a quello degli altri paesi, soprattutto rispetto alla Germania e all’Austria e soprattutto per il quantitativo di monete da collezione, che hanno il signoraggio maggiore.
L’Italia solo da qualche anno ha cominciato a proporre monete da collezione da 5 euro realizzate con metalli non pregiati, ma il numero di pezzi coniati è decisamente basso, nonostante l’Italia sia un paese a forte vocazione turistica e come tale potrebbe avere una richiesta da collezione o come souvenir molto alta.
Ad esempio la moneta da 5 euro con la cattedrale di Amatrice, che avevamo proposto su Come Don Chisciotte e poi inviato come Disegno di Legge al Ministero del Tesoro, è stata realizzata in soli 20.000 pezzi, quando la Germania dell’ultima moneta da 10 euro ne ha realizzati 1.500.000 pezzi, pari ad un signoraggio decisamente superiore a 10 milioni di euro, anche tenendo conto del costo di conio.
Con 10 milioni di euro la cattedrale di Amatrice sarebbe stata integralmente ricostruita, e se le emissioni fossero fatte ogni anno per ognuno dei monumenti italiani, avremmo le risorse per recuperare tutto il nostro ingente patrimonio edilizio, perchè queste monete sarebbero acquistate in massa dai milioni di turisti che vengono in Italia e potrebbero acquistarle come ricordo del nostro paese.
Di chi è la sovranità monetaria
Le monete metalliche sono l’unica moneta emessa dallo Stato che non deve essere restituita, mentre tutte le altre tipologie monetarie, come le banconote e la moneta elettronica bancaria, sono invece emesse a debito e devono essere restituite da tutto il sistema economico costituito da Stato, imprese e cittadini.
Questa prima considerazione ci permette di affermare che la sovranità monetaria è ancora degli Stati nazionali e che l’euro non è una moneta unica, ma l’insieme di tante monete nazionali, che hanno però la stessa unità di misura e lo stesso rapporto di cambio 1:1.
Nel video che vi consigliamo diamo anche una giustificazione giuridica a questa affermazione, basandoci sull’analisi attenta della nostra Costituzione.
L’art.1 della nostra Costituzione afferma in modo chiaro che “la sovranità appartiene al popolo“, e non può essere ceduta; al massimo ci possono essere limitazioni, secondo l’art.11, ma “in condizioni di parità con gli altri Stati” e solo se “necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni“.
Quindi secondo la nostra Costituzione la sovranità, compresa quella monetaria e fiscale, appartiene al popolo e non può essere ceduta, perché, come abbiamo già visto, è un elemento fondante dello Stato.
A chi sostiene che i Trattati Europei vengono prima della Costituzione, ricordo quanto affermato dalla Corte Costituzionale in varie occasioni: “Le norme dell’Unione europea vincolano in vario modo il legislatore interno, con il solo limite dell’intangibilità dei principi fondamentali dell’ordinamento costituzionale e dei diritti inviolabili dell’uomo, garantiti dalla Costituzione” (Sentenza n.86 del 2012).
Ma c’è un articolo della Costituzione che dirime in modo chiaro la questione sulla sovranità monetaria, ed è l’art.117 che dice in modo chiaro che:
“Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: … e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; perequazione delle risorse finanziarie”.
Questo articolo è fondamentale e dirimente, perché è stato inserito in Costituzione solo nel 2001 con una legge costituzionale, quando avevamo già firmato i Trattati Europei ed eravamo in procinto di adottare l’euro. Quindi è la dimostrazione che la firma dei Trattati Europei e l’adozione dell’euro, significa solo aver ceduto le politiche monetarie alla BCE, ma non la sovranità monetaria che appartiene ancora allo Stato.
Ma la dimostrazione che la sovranità monetaria è ancora dello Stato, risiede anche nel fatto che non solo esso ha diritto a percepire il signoraggio sulle monete metalliche, ma anche quello “sulle banconote viene percepito in prima battuta dalle banche centrali, le quali tuttavia lo riversano poi agli Stati, titolari ultimi della sovranità monetaria” (citazione dalla Banca d’Italia nella pagina dedicata al signoraggio).
Considerato che l’argomento sovranità monetaria è molto complesso e forse uno dei più difficili da spiegare, proprio perché può essere compreso solo se si affronta l’argomento in modo integrato da tutti i punto di vista (storico, culturale, giuridico, economico e monetario), per i più curiosi e determinati, consiglio questo webinar che ho fatto in collaborazione con R2020, incentrato tutto su questo tema.
Conclusioni
Il fatto che la sovranità monetaria sia dello Stato e che il signoraggio su qualsiasi emissione monetaria a corso legale sia un diritto dello Stato stesso, ci costringe a dare una risposta plausibile alla domanda delle domande:
come può lo Stato italiano utilizzare la sovranità monetaria per risolvere i problemi della crisi economica?
Una prima risposta è sicuramente quella che abbiamo ipotizzato in questo passo, coniare monete metalliche in quantitativi simili alla Germania e con esse ristrutturare gratuitamente il nostro patrimonio edilizio pubblico e artistico.
Pur essendo una operazione meritoria e anche interessante da un punto di vista culturale, questa soluzione permetterebbe al massimo di creare nuova moneta per circa 10 miliardi di euro, che sono tanti ma non tali da risolvere la crisi economica.
Va sottolineato comunque che questi 10 mld di euro, paragonati ai 36 miliardi del MES che devono essere restituiti pagando degli interessi e sono anche condizionati nel loro utilizzo, almeno le monete metalliche non hanno costi di interesse e non devono essere restituite a nessuno, quindi sono certamente una soluzione più interessante e utile in questo momento.
Vedremo però nei prossimi passi, come lo Stato in realtà ha ben altre “armi monetarie” a disposizione per uscire dalla crisi economica, decisamente pi efficaci, in grado di lanciare un grande piano di rinascimento economico da 1000 miliardi di euro in due anni.
Perché LORO non molleranno facilmente, ma NOI NON MOLLEREMO MAI.
La moneta sarà di proprietà dei cittadini e libera dal debito.
© Fabio Conditi, Presidente dell’associazione Moneta Positiva
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